XXXVli fi vìdìtà de Romani, che ricavarono teforì da tanta gente...,.. De' tanti »tefori, che calarono in quefìa congiuntura nelle Chiefe di Roma, l'ima » parte toccò alle Chiefe mede firn e, e l'altra al Papa, il quale impiegò poi » queflo danaro in raunar milite per far guerra in Romagna, A eifer ciò » vero, che noi non ne gli ftaremmo mallevadori, gli avrebbe bene im-» piegati, per ritoglier di mano a Tiranni ( nome che a lui fuona male) » il Patrimonio di Crifto . Non può negarli, che il noftro Annalifta non » iìa troppo credulo, e -troppo propenfo fino alla mormorazione de’ Pon-» telici, come fa l’anno 135z. in morte di Clemente VI. Loda nel mede-» lìmo anno il fuccelfore Innocenzo VI. per aver riformate le Riferve, e » Commende, che correva.no in tempo di Clemente, e per avere obbli-» gati alla relìdenza i Vefcovi e Benefiziati; affinchè non correlfero, » come dianzi a darfi bel tempo alla Corte Pontificia, e ad uccellar nuovi » beneficj. Dieci anni dopo anche Innocenzo ha ilfuo panegirico, che ne » ombreggia le lodi, fpecialmente per aver mandato in Italia il Card. » Egidio Albornoz, che ricuperò quali tutto lo Stato dalle mani cle’Ti-» ranni, e racquillò la Signoria di Roma al Pontefice: ed è il feguente: » Se meno amore avefs’egli avuto per li Juoi parenti, o Jìa men cura d’invi graffarli, così lodevoli furono /’ altre fue operazioni, che fra gli Ottimi » Pontefici avrebbe potuto prendere qualche fito. 11 che non elfere affatto » falfo , ma forte alterato, fi può veder nella prima delle di lui vite fcrit-» ta con fomma ingenuità. » Urbano V. che gli fu dato per SuccelTore nel medelimo an. 1362. » è il primo de’ Pontefici Avignoneli interamente lodato qual Santo in » vita e dopo morte. Era egli Benedettino Abbate di S. Vittore, ed era » in Firenze di ritorno da Napoli, ov’ era ftato mandato Nunzio alla » Regina Giovanna, allorché feppe fegretamente la fua elezione. Ven-» ne egli 1’ an. 1367. a Roma, e abitò nel Palazzo Vaticano. Tre anni e » meno di tre meli in tutto li tratenne in Italia dal dì 4. Giugno del pre-» detto anno al7. di Settembre 1370. Ma giunto ad Avignone, morì in » breve, cioè a’dì 19. Dicembre del medelimo anno. Dice il Sig. Mu-» rato ri, che giuflo motivo di queflo divorzio punto non appariva : perchè » Roma tutta gli ubbidiva, e rifpettava nelle forme dovute ad un Sovrano, » e ad un Vicario di Crifio. Lo flato Ecclefiafitco già quafi tutto comincia-» va a godere i frutti di quella pace, eli. egli vi avea portata. Molte caufe » fi leggono preiTo il Rinaldi, ma in fpecie quella di rimediare a’ gravi » mali della guerra oftinata tra la Francia, e l’Inghilterra. Il Sig. Mu~ »raion però preferite e a tutte quella del Petrarca, cioè d' efferfilafciato » perfuader da' Cabinati Francefi avvedi alle delire della Provenga , e al-» /a vita diffoluta, che fi teneva in quelle parti. Avea ciò anche meglio »fpiegato ì’an. 1352. quando dille, che alla Corte d’Avignone taluno Tento Vili. f » diede