Anno MCCCXV. cupo la ricca e popolata Terra di Cafal Maggiore, e vi lafciò una buona guarnigione. Da quefte avverfità commoiTi i Cremonesi fi appigliarono al partito di proclamar loro Signore Jacopo Marchefe Cavalcabò , ma con difpiacere della contraria fazione, di cui era Capo Ponzino de’Ponzoni. Però tutti quefti adirati ufcirono della Città, e fi afforzarono in Soncino, Pizzighettone, e in altre Cartella di quel territorio. Tolta fu in queft’Anno a Matteo Visconte da Maranzio Guinzone, e poi da Soncino Ben-zone, Crema. Lodrifio Visconte Podeftà di Bergamo diede una gran sotta al Ponte di S. Pietro a i Guelfi fuorufciti colla morte di più di mille d’effi. Furono anche delle novità in Forlì; (a) 00 Chronk perciocché i Calboli con Cecco e Sinibaldo de gli Ordelaffi vi rien- ^xiv. trarono per forza, e ne fcacciarono gli Argogliofi, e le genti del Rer. Italie. Re Roberto nel dì 2. oppure 12. di Settembre. Quefto medefimo fatto vien defcritto da Ferreto Vicentino (b) con dire, che il $ce^'r“us Suddetto Cecco, cioè Francefco de gli Ordelaffi, chiufo in una 7. botte, fi fece introdurre in Forlì, e quivi fegretamente incitati Tóm. ix. gli amici alla follevazione contra del Re Roberto , s’impadronì Rir' taac' della Città , dalla qual pofcia cacciati i Calboli reftò egli Signore. Ne parla ancora Albertino Muffato (c). Così quella Città(c) Allenì. abbracciò la fazion Ghibellina , e feppe fòftenerfi dipoi contro r:us gli sforzi di Diego Vicario del Re Roberto. Stando nella Terra 7 i5r‘" di Buzzala gli Spinoli ed altri fuorufciti di Genova, faceano guerra alla lor Patria. ( d) In Genova fi preparò un poffente efer- (d) Geòrgia cito di mille e cinquecento cavalli, e di circa dieci mila pedoniSleL fotto il comando di Manfredino Marchefe del Carretto, e fi mar- rom^xvil ciò contra de gli ufciti. Furono ben tre volte refpinti i Genove- Rer. Italie/ fi colla morte di più di cinquecento d’eiE; infine foperchiando col numero gli avverfarj, li mifero in fuga; prefero, faccheggia-rono , e diftruiléro da’fondamenti Buzzala. Ma nel dì feguen-te eccoti i fuorufciti di nuovo comparire con ducento cavalieri Tedefchi, venuti al loro foldo, con tal empito, che n’andò feon-fitta T armata Genovefe, reftandovi uccifi più di mille d’effi, e prigioni fra gli altri il lor Capitano , e Lamba Doria con due fuoi figliuoli (e), i quali collo sboriò di diecifette mila Fiorini d’^ Chroni‘.* oro ricuperarono dipoi le libertà. 1 * cap. yo- Tom. XI. Rer. Italie. Anno