Anno MCCCXCVIII. 461 fa, di licenziare dalfuo fervigio Paolo $avello , ed altri condottieri d’armi, mandandoli in Tofcana ad unirli coll’altre milizie quivi lafciate dal Conte Alberico da Barbiano. Entrarono quelli in Pila (a) e in tempo di notte furono a parlare con/a-(0 Ammi-copo cTAppiano Signore di quella Città, richiedendogli a nome^n^/,'if del Duca di Milano la guardia della Cittadella di Pifa, Cafona, Livorno, e Piombino. Reilò attonito alla dimanda l’Appiano; e liccome fcaltro vecchio, con rifpettofa rifpofta prefe tempo a rifolvere. La rifoluzione fu, che ordinò a Gherardo fuo Figliuo- lo ( giacché Vanni altro fuo maggior Figliuolo, e giovine di grandi fperanze, era mancato di vita nell’Anno precedente ) che umile tutti i fuoi foldati e parziali, e che gli averte pronti in armi per la mattina feguente . (¿) Fatto giorno affali Ghe- (b) Sodome. rardo le lancie di Paolo Savello , ne uccife buona parte, fece prigione il reilo coi medeiìmo Savello ferito di tre ferite. Per Rer.' Italie. quello accidente cominciò a trattari! di Pace e Lega fra i Pi-fani e Fiorentini, al che gli ultimi accudivano ben volentieri. Ma P accorto Duca di Milano col fingere di non curare quanto era fucceduto , e con avere fpedito a Pifa Antonio Porro a di-fapprovare il fatto de’fuoi, e a confermar 1’Appiano nella fua amicizia (c), tanto fece, che moflrando l’Appiano a neh’ effo (<0 Twnci, di non credere venuto dal Duca quell’ordine, ruppe ogni trat- Ann‘ tato co’Fiorentini , i quali fi trovarono ben delufi. Rimife ancora in libertà il Savello, e gli altri prigionieri. Ma che ? infermatoli il medefimo Jacopo d’Appiano , nel dì y. di Settembre pafsò all’altra vita. Gherardo fuo Figliuolo già fuilituito in fuo luogo nel dominio, qualche tempo prima, corfe toilo la Città, nè ebbe oppoiìzione alcuna. Tardò poco a correre voce, che Gherardo volea vendere 'Pifa al Duca di Milano: il che allarmò non poco i Fiorentini. Perciò s’affrettarono effi a fpedir colà Ambafciatori con facoltà di prometter molto per diflornare quel mercato , e per indurre alla pace il giovane Appiano. Moilrof-fi egli molto alieno dal dimettere il dominio della Città, e fi (a) Mattb efibì mediatore della pace fra loro, e il Duca di Milano. Fu* Grifoni-nel dì 6. di Maggio di quell’Anno mutazione nella Città di Bo- tL xviii. logna . (d ) Finquì la fazione degli Scacchefi, o ila de’ Pepoh, Rer- hallc avea iìgnoreggiato . Carlo deZambeccari Dottore coll’altra de’rf<-5^,; Maltraverji fece una follevazione, e depoili gli Anziani, ne Tom. eod. eleffe de’nuovi, e cominciò a reggere la Città a fuo talento, ctonie Non feguì ucciiione nè altro male per quello ; folamente ciò fu Tom. eod] prin-