188 Annali d’ Italia! Pepoli e Brandaligi de’ Gozzadini voleano dominar fopra gli altri. Però nel dì 8. d’Aprile fi venne all’armi in quella Città , e molti furono confinati. Ma peggio accadde nel di' i. di Giugno, perchè le due fazioni principali, cioè la Scacchefe de’ Pepoli, e la Maltraverià de’Sabbattini, Beccadelli, Boatieri, ed altri, vennero a battaglia fra loro, e gli ultimi rimafero fconfitti. Furono fecondo il Villani, mandate a’confini circa snille e cinquecento perfone, ed era quella Città in pericolo di disfarli, fe i Fiorentini non averterò mandato colà Ambafcia-tori e genti d’arme, che rimediarono alla loro vacillante fortuna. Infermossi nell’ Autunno di queft’ Anno Papa Giovanni XXII. in Avignone, ed arrivò al fine di fua vita nel dì 4. di Dicembre, in età di circa novant’anni, con molta divozione e compunzion di cuore. Lafciò egli una memoria affai fvantag-giofa di sè fteffo preiTo i Tedefchi, ma più predo gl’italiani. L’aver egli inoltrata della pendenza a negare la vifion beatifica de’Santi prima del Finale Giudizio, fece molto fparlare di lui. La verità è, eh’ egli prima di morire, chiaramente protetto di non tener tale opinione, anzi dichiarò il contrario , ficco-nie ancora è fuor di dubbio, ch’egli non incorfe in errore nella queftione della povertà de’Frati Minori, per la quale tanti d’ eiiì infatuati del loro fcolaftico fapere, fi rivoltarono empiamente contra di lui infieme col loro Generale Michele da Cefena. Ma per quel che riguarda il governo economico della Chiefa di Dio, de i gran conti egli ebbe da fare con chi giudica indis-penfabilmente cialcuno . Un Papa sì dedito per tutta fua vita alle guerre, e alle conquifte di Stati temporali, rallegrandoli oltre modo dell’uccifion de’nemici: davanti a Crifto sì grande amator della pace, e che non cercò mai Regni terreni, dovette far pure la brutta comparlà. E tanto più per la gran fete , ch’egli ebbe di raunar tefori , e per vie, che non poflono mai lodarli, & è da desiderare, che più non truovino de gl’ imitatori. Giovanni Villani informatiffimo della Corte Pontificia, ci (a) Giovai afficura ( a ), ch’egli, fe vacava un pingue Arcivefcovato o Be-Tn^T. ne^z*0’ non kadava ad elezione alcuna ; ma promoveva ad ef-' ’ fo un Arcivefcovo o Vefcovo men graflb, e a queft’altro Vefco-vato un altro, di maniera che fovente la vacanza d’una Chiefa fi tirava dietro la permutazione di cinque o lèi Chiefe : tutte per cavar danari da tante collazioni. Ed ha ben tuttavia r Ita-