Annali d’ Italia; ferito in più parti, fi fece condurre a Ferentino, fenza voler badare alle preghiere di molti Romani accorfi per invitarlo a Roma. Tuttavia perchè s’ammutinarono le milizie fue, e l’abbandonarono , egli vedendo faflite le fue fperanze guerriere , nel Novembre s’appigliò alla rifoluzione di reilituirli a Roma, dove con poco onore entrò. Fu maggiormente affediato in quei!:’ Anno dal Mongioia e da’Napoletani Angioini il Cartello di Capuana , che tuttavia ubbidiva al Re Ladislao . Si difefe per quanto potè il Cartellano -, ma da che non venne fatto ad Ottone Duca di Bruns-vich , e al Conte Alberico Gran Contellabile, di dargli foccorfo , tuttoché vi foiTero accori! con quattromila e cinquecento cavalli, il Caitellano non potendo più reggere, capitolò la refa nel dì 22. d’Aprile. Portò pofcia il Mongioia l’aiTedio a Cartel Nuovo, ma non potè mettervi il piede, perchè venuti da Gaeta aiuti a gli affediati, quelli non li lafciarono più far paura da lì innanzi. Altri vedrà, fe quelli fatti più tollo apparteneffero all’Anno feguente . Di grandi mali faceano in quelli tempi i Corfa- (a) (a) Mori di Tunilì a i lidi de’ Criftiani nel Mediterraneo . Tom. xxì. Spezialmente n’erano in pena Martino e Maria Re di Sicilia. Rir Italie. Adunque per reprimere la baldanza di que’ barbari s’ accordaro-StdUAnnZi.no co’Genoveli e Pifani,e compofero una Flotta diventi Galee. Genuenf. Quindici d’ effe furono di Genove!! fotto il comando di Rafael-Tom. XVII. ¿0 /[¿orno. Ammiraglio dello ftuolo fu Manfredi di Chiaramon-Ker.iuic. /e>prefero quelli combattenti Criftiani a forza d’armil’Ifola di Zerbi, e quivi fi fortificarono . Diede fine in quell’ Anno al (IV) Chronic. &° vivere (b) Niccolò II. Marchefe d’ Efìè , Signor di Ferrara, E/ìen/e, Modena , Comacchio, e Rovigo, nel dì 26. di Marzo. Il ma-R°e'r'' Italie gn^co ^u0 funerale fu accompagnato dalle lagrime di molti. d lc- pafs5 ia fimioria al Marchefe Alberto fuo Fratello, contra del (c) Gasata quale fu nel proli!mo Maggio feoperta una congiura (c), ma-Cìu. Regienf. neggiata dal Signore di Padova , e da’ Fiorentini, che mal fof-TRÌr.XhIiu.' ferivan° di vederlo divenuto amico del Conte di Virtù. Il dife-gno era di ucciderlo, e di trasferire il dominio in Obi^o Eften-fe fuo Nipote , Figliuolo del già Marchefe Aldrovandìno . Vi teneva mano anche la Madre d’elio Obizzo . Fece!! rigorofa giu-llizia per quello . In fatti fe il defunto Marchefe Niccolò fu in addietro nemico dichiarato de’ Visconti, non volle già imitarlo in quello il Marchefe Alberto. Anzi andò egli in perfona con accompagnamento nobile nel dì 25. d’Aprile a vifitare Gian-Ga-lea^o Conte di Virtù, che tuttavia, tenea la fua relidenza in Pa-