Anno MCCCXX. di Matteo Visconte erano a quell’ attedio in favore de’Tizzoni Ghibellini. Udito quefto rumore, Filippo di Valois , fenza valer afpettare i rinforzi d’altri combattenti, che gli doveano venir di Francia, parte dal Papa, parte dal Re Roberto, dal Re di Francia, e dal Principe Carlo fuo Padre , ed anche da Bologna, e Tofcana, corfe a Vercelli, per defio di liberar gli Avvocati Guelfi attediati da i Ghibellini. Ma non perdè tempo Matteo Visconte (a) ad inviare a quella medefima danza Galea^o (a) Boninc. e Marco fuoi Figliuoli con più di tre mila cavalli ( altri dicono ^°[f aTL *a\ cinque mila ) e circa trenta mila pedoni, raccolti da tutte le R(r. itàhc. Città fue fuddite o amiche di Lombardia. A quefto formidabile sforzo d’armati venne incontro l’efercito Franzefe con apparenza di voler battaglia; ma battaglia non feguì. Bensì avvenne, che Filippo di Valois, qual’era venuto, fe ne tornò con fue genti in Francia, maledetto e vituperato da gli aderenti fuoi rima-iti in Italia colle mani piene folamente di mofche. Molte per quella cagione furono le dicerie d’allora. ( ¿) Chi attribuì la (M) Cj0n^ di lui ritirata a’danari ben impiegati da i Visconti, per gua- r/. iuiu." dagnar lui, o Bernardo da Mangolio o Mercolio, fuo Marefcial- Giovanni lo; e chi all’etterfi trovato quel Principe come attediato, fenza ?• poter avere fiirtiftenza per gli uomini e per li cavalli; e chi all’CapchroIic. avergli Galeazzo Visconte, o in perfona o per mediatori (c)iPl0a“n^J fatto conofcere lo fvantaggio, in cui egli fi trovava, per effere R0™'IuUc\ l’Armata de’Milanefi e Collegati più di due cotanti, che quel- (c) Ctonie. la della Chiefa; e che etto Galeazzo per la riverenza, proietta-ta da lui a quel Principe, e al Conte di Valois fuo Padre, da cui era ftato fatto Cavaliere, noi volea offendere, come potea. E quefto è ben più probabile r confi derato il valore e l’onoratezza di quel Principe, e confettando il Villani, etterfi feufato Filippo col Pontefice e col Padre, d’aver così operato, perchè etto Papa e il Re Roberto non l’aveano fornito a tempo della moneta e fente prometta. Quel che è certo, regalato da i Visconti, e in uona armonia con loro, fe ne tornò Filippo di Valois in Francia, Principe, che ficcome vedremo, nell’Anno 1328. per la mancanza de’Figliuoli di Filippo il Bello fuccedette in quel fioritiilì-mo Regno. Continuo’ ancora in queft’Anno l’oftinato attedio di Genova, e l’afpra guerra fra i Genovefi foftenuti dal Re Roberto, e gli ufeiti loro, collegati* co i Ghibellini Lombardi, sì per terra, che per mare. S’empierebbono molte carte, fe fi volette rife-