Annali d* Italia. Garlafco. Prima di quello fatto fi fufcitò anche in Vercelli una fiera ed impetuofa guerra tra le fazioni de gli Avvocati e de’ Tiz- 00 Chronic. zoni ( a ).- guerra, che dicono durata entro quella Città circa ■rom.nUxvi. quarantanove giorni. Fu effa cagione di aperta rottura fra il fud-Rer. halle. detto Filippo di Savoia, e il Conte Guarnieri Vicario Generale dell’ Imperadore. Accorfero amendue a Vercelli colle lor milizie, e fi venne ad una zuffa fra loro, in cui reftarono tutti e due feriti. Il Principe dipoi fentendo, che veniva lo sforzo de’ Mila-nefi, fe ne tornò a Torino. Abbiamo da Giovanni da Cermena-i'?c°tnn™ÌS te (¿)* °he effendo reftato quello Filippo, appellato Principe C.50.T. p. della Morea, in età pupillare fotto la tutela di Amedeo di Savoia Rer. Italie. fuo Zio, fu ufurpata la Contea della Savoia, e che il Conte Amedeo per compenfazione gli cedette in fine oltre ad alcune Cartella del Piemonte, la Città di Torino, ch’egli probabilmente avea confeguita dall’ Augullo Arrigo in ricompenla del fuo fedele attaccamento. Il bello fu, che effendo reilata indeci-fa la quiftion di Vercelli, perchè n era flato fatto compromeffo nella Conteffa di Savoia, e nel Marchefe di Monferrato: Filip-pone da Langufco co i Pavefi ed altri amici Guelfi, corfe colà nel M-JatTj.' Mefe di Luglio, (c) ben ricevuto da Oberto da Colobiano Vefco-R X. 9. t. 8. vo della Città , chiamato con errore Simone dal Muffato ; ed ab-Her. Lalu. battuta affatto la parte de’Tizzoni Ghibellini, riduffe in poter fuo, e de gli Avvocati Guelfi quella Città. Nella Cronica di Plaid) Ckronìc. cenza (d) è diftintamente narrato quello fatto, e come Filippo-Tom^xvi ne ^°P° avere feonfitto un corpo di Milanefi inviato da Matteo Ref.' j tali,] Visconte a Vercelli, fi portò colà col pennone d’effo Matteo, fin-» gendofi Marco di lui Figliuolo ; e con quello avendo ingannato Teodoro Marc/iefe di Monferrato, che era rimafto alla guardia della Città, con facilità fe ne impadronì. Di molte novità furono ancora in Piacenza. Nel dì 18. di Febbraio fu in armi quel Popolo, e i Guelfi ne fcacciarono il Vicario Imperiale e i Ghibellini. Unitili quelli fuorufeiti con Alberto Scotto, ebbero maniera nel dì 18. di Marzo di rientrare in Piacenza, e di dar la fuga a i Guelfi: con che tornò ivi a fignoreggiar l’Imperadore, che vi pofe per Vicario Lodrifio Visconte. Pofcia nel dì 2.0. di Settembre lo fleffo Alberto Scotto, levato rumore, fpinfe fuon Mutine,™' della Città Ubertino Landò co i fuoi feguaci Ghibellini, e per la Tom. xi. terza volta fi fece proclamar Signore di Piacenza. ^Muifatus' Peggiori e più ftrepitofi furono in quell’Anno gli avveni-i. 7! Rubi. 7. menti di Modena, (e) Qui era per Vicario dell’Imperadore Frati-