XL » Gal lofi, atque fuorum fratrum, ncpotis Comitis Conradi de Monte FeU » tro, Domini A loditi de Fabriano , nepoium Burgarutii de Matetica, YJi-» mdacii de S. Severino , nepotum Domini Gent'ilis de Varano : nepotum » Mapelli de Montemiilono, nepotum. Domini Pagitis de Cingulo: Nicolai »de Bofcareto, filiorum Domini Raimundi de Aejìo, Peloni de <4yo-» Jredis de Macerata, Gentilis de Mollano , <& quamplurium aliorum tyran-» nunculorum . Romandiola vero in minibus prcediclorum Malatejìcz } » Franeifci Ordelafji, Sinibaldi Capitami Forolivii, Domini Joan-» nls de Manfredis de Faventia, Bernardini de Polenta. Quas provine y> cias pradicii tyranni cum aliis ipforum fequacibus occupatas tenuerunt » per tempora ipfo Papa vivente. Quella generai mozione era fegui-» ta nell’ aiTenza d’Aiìorgio di Duraforte conte di Romagna, che era » andato a far nuove leve in Francia, e tornato con buon efercito s’ac-» cinfe a ricuperare il tutto. In quelli Annali le cofe prendono altra fac-» eia. Già accennammo, che dille impiegati i tefori dell’anno Santo nel-» la guerra, che fi faceva prima, che colaifero tai tefori. Dice poi in » quello medefimo anno 1350. che in que tempi i Miniflri inviati dal Pa-» va in Italia furono per lo più in concetto d' uomini di poca lealtà, e ca- vi paci di tutto , ma fpecialmente attenti ad empiere le loro Borfe: che Gio-» vanni Pepoli, uno de’ due fratelli ( Signori di Bologna, a fuo dire ) in-» fieme col figlio fatto prigione fotto Faenza dal Conte di Romagna, fi » rifcoife con groifa fomma, e vendè Bologna all’ Arcivefcovo di Mila-» 110 Giovanni Vifconte. Che quelli con tutte le minacce del Papa, e » con tutte le fcomuniche l’anno feguente: Ebbe maniera di riportar dal » Papa r inveflitura di Bologna collo sborfo di centomila fiorini d’oro in » due rate, e così cefsò tutta la collera della Corte Pontificia contro del Bi-» Jcione: ( così chiama il Visconte Matteo Villani, dalla vipera dell’arme.) » Dalla lettera di Clemente VI. preifo il Rinaldi ( 1350.«. 7. ) ven-» ghiamo iftruiti molto diverfamente. 11 Conte di Romagna apparisce un » ledeliffimo minillro. Giacomo, e Giovanni Pepoli fi vedono coilituiti » amminiilratori jurium Fifcalium in C¿vitate, Comitatu, & diflriclu Boti nonienfibus ad nos & Ecclefiam fpeclantibus ad tempus modicum. E fi di-» ce , che i medefimi, affunto rebellionis fpiritu conati funt poffeffionem » ejusdem Civitatis nobis intervertere, & ipfam contra voluntatem nojlram » Jìbi cum armorum potentia retinere. Che però sì effi, che 1’ Arcivefcovo » fautor de’medefimi ribelli, con Galeazzo fuo nipote vengono citati a » comparire in giudizio : indi fcomunicati, e contro di loro fi eccita il Re » de’Romani, e altri Principi. Onde fpaventato 1’Arcivefcovo manda » fuoi Ambafciatori ad Avignone, i quali in pieno Conciitoro, refe ltf » chiavi, con efibirfi a nome dell’ Arcivefcovo di rifar le ipefe della guer-» ra, e di pagar l’annuo cenfo? convennero di ritener Bologna in Feudo » per