118 Annali d’ Italia; ca armonia, ed egli fi trovò in grandi affanni allo Scorgere, che titubavano nella fede i Primati Milanefi. Ne fcriffe a i Collegati Ghibellini ; fece venir di Piacenza Galeazzo fuo primogenito , in cu; mano raffegnò il governo ; e poi fi diede alla vifita de’facri Templi, con profeffar dapertutto la Fede Cattolica. Probabilmente quelli fieri fconcerti d’animo, aggiunti all’ età d’anni Settanta due, quei furono, che il fecero cader malato nel Moniftero di Crefcenzago, dove finì di vivere circa il dì 27. di Giugno dell’Anno preferite. Da gli Scrittori Milanefi egli vien chiamato Matteo il Magno per cagion del fuo gran fenno, che il conduffe a sì alto grado di Principato ; ma non fi sa, che alcuno il piagneffe morto, perchè vivo avea forte aggravati i Popoli , nè era efente da vizj. Lafciò dopo di sè cinque Figliuoli, Galea^o , Marco, Lucchino, Stefano, tutti e quattro ammogliati , e Giovanni Cherico, già eletto Arcivefcovo di Milano, ma rifiutato dal Papa. Tennero quelli celata la morte del Padre per lo Spazio di quattordici dì, e fecero Seppellire il di lui corpo in luogo ignoto per cagion delle Scomuniche e dell’ In-terdetto: dopo il qual tempo Galea^o ebbe maniera di rarli proclamare Signor di Milano. Ma non gli mancarono de’nemici in caSa. Fra gli altri fi contò Franceico da Garbagnate, quel medefimo, che avea Sotto Arrigo VII. aiutato con tanta attenzione Matteo Visconte a Salire, e che poi riempiuto di benefizj e di roba da lui, era divenuto uno de’più beneftanti ed autorevo- li di Milano. Del pari Lodrifio Visconte Figliuolo d’un Fratel- lo d’effo Matteo, per tacere de gli altri, palesò il Suo mal talento contra di Galeazzo. Accadde in quelli tempi la vittoria , che già abbiam detto, riportata da Marco Visconte in Baffignana, il cui Borgo venne ancora alle fue mani ; ma ciò non trattenne (a) Johannes punto il pendio della fortuna avverfa ad elio Galeazzo. Aveva de Bacano egli lafciata in Piacenza Beatrice Eflenfe fua Moglie col giovi-CRer. Ti£«: netto Affo fuo Figliuolo alla cuftodia della Città (a). Intanto chronk. Verzufio Landò, che era preffo il Legato Pontificio, manipulò una congiura con alcuni Cittadini di Piacenza; ed ottenuto da (b) Boninc. eifo Legato un buon corpo di cavalleria, nella notte preceden-Morìo. 1 3. te aj dì y Ottobre, arrivò a quella Città. Per un’apertura Ret itili'c.' fatta da’ traditori ( fra’ quali Buonincontro ( b) mette anche (c) Chronk. Manfredi Landò, benché la Cronica di Piacenza (c) dica il con-^Tom^xPi trario ) entfò Verzufio nella Città. Ebbe il giovane Azzo Vis- haiu.' conte la forte di poterfi falvare per fenno della Marchefa Bea-