Anno MCCCXXXV. venne all’armi. I Fontana e Fulgofi colla lor fazione meflì in foga andarono a fortificarfi in varie loro Cartella . In quefta gui-fa cefsò il dominio della Chiefa Romana in quella Città, e ne fu proclamato Signore Francefco Scotto. Detto fu, che ne’patti da lui fatti con Azzo Visconte era inabilito , dover egli poi cedere al medeiìmo Azzo quella Città. Vero o falfo che folle, richiello dal Visconte di confegnargliela, diede per rifporta un bel nò; e però il Visconte, tirati dalla fua i fuorufciti di quella Città, fomtninirtrò loro forze tali, che ad erti fu facile, prima che terminarte Tanno, d’impadronirli di tutte le Cartella del Contado di Piacenza. Scrive il Villani (a), che quella Città (a) Villani nel dì 27. di Luglio fi rendè al Visconte; avergliela poi tolta gli/- "• c-Scotti, e che nel dì 15. di Dicembre del prefente Anno Azzo la ricuperò. La Cronica di Piacenza (b) ciò riferifce all’Anno fe-(b) Chronic-. guente, e con erta va d’accordo Galvano Fiamma (c), e del medeiìmo parere fono altri Storici Piacentini e il Corio ( d ): Re'r Itdì\Ct laonde è da credere , che iìa fcorretto il terto del Villani, o che (c)Guatvan. egli abbia prefo abbaglio. Ne riparleremo perciò all’Anno fe-guente. Tom. h. Ubbidiva tuttavia la Città di Genova al Re Roberto ; ( e ) ^allc-r ■ma ficcome Città, che in così fconcertati tempi piena femprejlo' ¿/filerà di mali umori, nè fapea governarti in pace da sè, nè fa-w. pea fofferir lungamente governo ftraniero : nel dì 24. di Febbra-^/J*^“'. io proruppe in una generai follevazione e guerra civile , che noi Genuenf. durò fino al dì 28. di erto Mefe , in cui i Ghibellini, rinforzati Tom- >7-da gli uomini di Savona e della Riviera Occidentale, obbligato-Rer' Italie' noi Fiefchi, ed altri Guelfi potenti ad uicire della Città, e a^ Nicol ritirarli a Monaco. Il Capitano e prefidio del Re Roberto fen-Spedali* za alcun danno fe ne partirono anch’efiì. Rafaele Doria, e Ga-^F\^ 6* leotto Spinola, furono creati Capitani del popolo, e guerra in- r™'. Italie. cominciò con gli ufeiti. In queft’Annò nel dì 13. di Giugno (A r Giovanni eiTo Re Roberto mandò un Armata di feflanta Galee e d’altri Le-1^2 1 gni a danni della Sicilia fotto il comando di Giovanni Conte 00 Iftarie di Chiaramonte rubello del Re Federigo, e del Contedi Cori-PlJlotefi gliano. Altro non fecero, che dare iì guarto alla Valle di Ma-r™'. hdic. zara, e alle corte di Trapani, Marfala , Grigenti, ed altri Lue- Chronic. ghi. Tante belle promette fece in queft’ Anno Majlino dalla Scala ad Orlando e Marfilio de’Rorti efirtenti in Verona ( alcu-^- Italie. ni aggiungono ( g ) , aver egli adoperate anche le minaccie ) V/^°Jantli che induiìero Pietro de’ Rojffì lor fratello a cedergli la Città di «d altri. Tomo Vili. N Lue-