12,0 Annali d’ Italia. (a) Giovanni Villani lib, 12. c. i to ottanta mila Fiorini d’oro per una fola volta , e in oltre dieci altri mila Fiorini d’ommaggio ogni Anno in perpetuo. Ne erano contenti i faggi, ma da i meno affennati, che forfè erano i più, rimafe airturbato il contratto : difetto affai facile ne’Governi, qualora dipendono da affairtimi, e maffimamen-te da giovani, le rifoluzioni ne gli fcabrort affari. Era in queiti tempi capitato all’efercito de’Fiorentini (a) con cento e venti uomini a cavallo Gualtieri Duca d'Atene , ma folo di titolo, e Conte di Brenna, Barone Fratizefe , i cui maggiori già vedemmo Re di Gerufal-emme. Seco portava egli il credito di raro valore e maeftria di guerra. I buoni Fiorentini lenza fa-pere , che volpe foffe quella, e che con tutti quei bei titoli egli era poveriffimo di moneta, anzi vagabondo e fallito : giacché fi trovavano mal foddisfatti di Malatejla lor Capitano, gli efibiro-no la carica di Capitano e Confervadore del Popolo. L’accettò egli con gran benignità, e tofto cominciò a far tagliare tefte ad alcurìi ricchi del Popolo, e a fariì rendere ragione dell’ammini-{trazione del danaro del Pubblico, con affai condanne in favore del Fifco : rigore, che difpiacque a moltiffimi, attefochè alcuni d’effi erano creduti innocenti; ma diede nel genio a i Nobili, che voleano abbaffata la potenza del Popolo. Tanto poi feppe fare lo fcaltrito Duca, ben conofcente delle divifioni de’Fiorentini, che nel generale Parlamento tenuto nel dì 8. di Settembre fi fece proclamar Signore a vita di Firenze e del fuo dirtretto. Il lupo è nella mandra; fuo danno, fe non faprà sfamarli. Abbafsò egli torto i Priori ed altri Ufiziali ; prefe al fuo foldo circa ottocento cavalieri Franzeiì e Borgognoni, oltre ad altri Italiani; conchiufe pace co i Pifani con vantaggiofe condizioni, ma al di-fpetto de’Fiorentini troppo irritati contro al Comune di Pifa: nella qual’ occaiione Giovanni Visconte da Oleggio con gli altri prigionieri fu rimeflo in libertà. Poi mille altre novità fece il -Duca d’Atene in Firenze, tutte ad una ad una annoverate da Giovanni Villani, e tutte in opprertione della libertà di quel Popolo , e de’Grandi fteffi, che l’aveano aiutato a falire. Il peggio fu, che cominciò a fpremere le borfe del Popolo con ertimi, pre-rtanze, ed altre gravezze, accumulando e mandando fuori dello Stato quanta moneta potè. Se di così buon Signore fort’ero contenti i Fiorentini, poco ci vuole ad immaginarfelo. In queiF Anno nel dì 8. di Agofto finì di vivere Don Pietro d' Aragona Re di Sicilia, e gli fuccedette Lodovico fuo figliuolo^ di età folamente