XLVII v Scisma. Tuttavia fiam tenuti al noltro Annaliita, perchè dopo tanti fé-„ coli di contralto riconofce, e confelfa la Sovranità de’Pontefici, e inRo-» ma, e nello Stato della Ghie fa. Molto prima lo avrebbe potuto fare, fe » in vece d’ufar leverà critica agli Scrittori favj, e fmceri da lui creduti » appaffionati, l’averte ufata alle Croniche, e agli Scrittori apertamente »bugiardi, che pure ha antiporti con grave pregiudizio della fua ripu-y> tazione, e de’ luoi Annali a’Documenti certi, raccolti diligentemente »dal Rinaldi, » Anche Pan. 1394. fidandoli della Cronica di Forlì afferifce, che Car-» lo e Pandolfo Malatefti comprarono da Bonifazio IX. Bertincro per ven-»» tidue mila fiorini d’ oro. E perchè gli avea virti nel medefimo anno fco-»> municati dallo Itelfo Pontefice per l’invafione da loro fatta diTodi eNar-» ni, e per aver dato il guaito a’Territorj di Spoleti, e di Terni con in-» trodurre in Orta i Brettoni, e alcune truppe dell’Antipapa, penfa a fal-» varne la compra con farla precedere aU’invafione: ma non riflette , che »i Pontefici, come Sovrani collumarono d’infeudare il Patrimonio di » Crilto, non già di venderlo: nemmeno olferva, che venduto una volta » farebbe caduta la S. Sede dal fuo diritto, il che andando innanzi troverà » elfer falfo. Abbiam riferito, per quanto ci è ftato polfibile il ibllanziale »» di quello Vili. Volume, tralafciando le olìinate guerre tra’Genovefi, » e Veneziani, e i replicati fconvolgimenti del Regno di Napoli e Sicilia; » quelli perchè niente alterarono la Sovranità Pontificia; e quelle, per-» eh è aliene dal nortro iftituto, e oltre a ciò epilogate dallo iteifo Anna-» lilla con tutta la immaginabile accuratezza. Una fola cofa ci reità da » riferire , la quale ci ha refa non poca ammirazione. » Abbiam notato, che egli collantemente deferive efpilatori degli erarj » d’Italia tutti i Principi, che in quello fecolo, o per diritto che vi avel-» fero, come i Re de’ Romani, e 1’ Imperador Carlo IV.o per elfervi » chiamati in ajuto fecero qua la lor comparfa. Lo lleifo carattere vedia-» mo fatto a’ Miniltri Pontificj mandati d’ Avignone, finché llette colà la » Corte: Gregorio XI. (dice l’an. 1375. poco prima che tornafle la me-» defima in Italia) era buon Papa, ma buoni non erano gli Vfifiali Olira-» montani da lui mandati al governo d’ Italia. Tutti attendevano a divorar » le rendite della Camera Pontificia, &c. E quello per verità a noi Italiani » niente duole, anzi ci fembra risvegliare in chi legge della compaffione »per la fventurata Italia. Nemmeno crediamo, che polfano rammaricarli » gl’Ingiefi, e i Tedelchi del carattere molto peggiore, ch’ei fa alle com-»pagme de'Masnadieri di lor gente. Non fappiamo già, come farà » gradito ciò eh’ ei dice in altre occalioni, come farebbe dopo aver nar-» rato l’anno 1314* che i Padovani irritati contro Can dalla Scala: tanto w fecero, che tramerò in Italia il Duca di Carintia, e Ottone fratello del » Duca d'Au[Ina per ifperania di meuere un buon collare al collo di effo g 2 » Mef-