ne Annali d’ I t a l i a; fotto Monfelice, come fe averterò veduto co i loro occhi dati da Cane al Conte di Gorizia de i Tacchetti d’ oro, tutti in collera e furia fe ne tornarono anch1 erti a Padova , lafciando indietro le macchine da guerra nel dì 14. di Settembre. Comincioilì da lì innanzi a trattar di pace, e fu data di nuovo alle fiamme in quelite turbolenze la bella Terra d’Efte. Erafi trattato aggiuftamen-to ira i Marchefi EJlenJì. Signori di Ferrara , e Papa Giovanni , XXII. Volevano erti riconofcere Ferrara dalla Chiefa Romana, efibivano cenfo , e di fpofare gl’ intereffi del Papa nelle congiun- (a)Raynau- ture prefenti (a). Ma il Papa perfifteva in voler libero quel do-dEcdff!inal' r*1111*0 » e c^e g^ Ertenfi sloggiartene . Quefta dura pretenfione mandò a monte ogni trattato ; la Città fu fottoporta all’ Inter- (b) Johann, detto ( b ),, fcomunicati i Marchefi Rinaldo ed Obi^o , e con-d£hBawut° tra ^ ^oro ^ diede principio ad un proceflo d’Inquilizione, per Tom. xv.' cui que’Principi benché zelanti Cattolici, e per antica inclina- li ir. Italie, zio ne Guelfi, fi viderp con loro maraviglia cangiati in Eretici e fyl^°van~ nemici del Papa. L’attedio di Spoleti fatto da’Perugini (c), du-i. 9. c. 102. rava ancora nell’ Anno prefente ; ma cefsò , perchè Federigo Conte di Montefeltro fece ribellare ad erti Perugini la Città d’Arti-fi , ad attediar la quale , lafciato Spoleti , volarono gli adirati Perugini . Rettati liberi gli Spoletini commifero poco appretto una troppo nera fcelleraggine, col correre a far vendetta de i danni ricevuti da quei di Perugia contra ducento buoni lor Concittadini di parte Guelfa, che erano carcerati, con attaccar fuoco alla prigione, dove lutti perirono . Circa quefti tempi, fe pur non fu prima, la Città d’Urbino pafsò fotto il dominio del fuddet- {¿)Raynau- to Federigo Conte di Montefeltro ( d ). Recanati, Ofimo, e Fa-ito Annal. no fi ribellarono al Papa. (e) Nel Mefe d’Agorto i Guelfi di (c) Gìovan- Rieti coll’aiuto delle genti del Re Roberto prefero Tarmi contra ni Villani de’ Ghibellini, e ne uccifero più di mille. Ma da lì a quattro hb%9. c. 1*3. me£ j Ghibellini ufeiti, artìrtiti dalle forze di Sciarra dalla Colonna, mentre i Guelfi erano all’ art’edio di un Cartello, rientrarono in quella Città, da cui rimafero efclufi i loro avverfarj. Ripetiamolo pure: maledette Fazioni, quanti mali recarono mai alle lor Patrie, e all’Italia tutta, la quale oggidì trovandofi così quieta e guarita da quelle pazzie, dovrebbe ben rallegrati}, e reiìarne tenuta a Dio. / Anno