x58 Annali d’ Italia, poli venir il Duca Guamieri con fua gente per difefa della Città, e ricorfe ancora per aiuto a Giovanni Visconte Arcivejcovo e Signor di Milano . Bella occafìone di pefcar nel torbido parve quella al Visconte , perfonaggio pieno d'ambizione e di vaile idee non meno del fu fuo fratello Luchino . Anch’ egli perciò mandò un corpo di cavalleria in rinforzo al Pepoli. Gliene fpedì eziandio Ugolino Gonzaga, e v’ andò in perfona Malatejìa Signor di Rimini con affai gente ; ilomacati tutti del tradimento fatto dal Miniilro Papale a Giovanni de’ Pepoli. Per lo contrario Ma/lino dalla Scala , ricordevole , che i Pepoli erano listi in lega co i Gonzaghi contra di lui, inviò nuova gente in fuflidio del Conte della Romagna. Trovandosi intanto Giovanni de’Pepoli in ortaggio de’ foldati Pontifizj, venne ad un accordo, promettendo loro ventimila Fiorini d’ oro di prefente , e il rello per tutto il dì 6. di Settembre ; e fe ciò non efeguiva , di tornar nelle loro forze , con dare intanto per ortaggi i fuoi Figliuoli. Ebbero efecuzione i patti , ed egli rimeffo in libertà, giacché gli andò a voto un trattato di forpréndere il Conte della Romagna, nel dì 9. di Settembre cavalcò a Milano per trattare con Giovanni Visconte de’ fuoi affari. Trovavanrt quelli in male flato , perchè forze non c’ erano per refiftere alla guerra morta dal Conte di Romagna, e mancava la pecunia per rifcattare i Figliuoli. Parte dunque per ne-ceffità, e parte per vendicarli del medefimo Conte, fegretamen-te vendè la Città di Bologna all’Arcivefcovo Visconte per ducen-(») Matteo to mila Fiorini , fecondo Matteo Villani (a ) : laonde il Visconte V“1 Pctru< ^Pec^ torto a Bologna i due Nipoti Bernabò e Galea^o con gran A^ariusckr. gente d’armi, come aufiliarj de’Pepoli . Allorché erti Pepoli s’av-Tom. 16. vifarono d’effe re affai forti per poter efeguire il contratto, (b) {b)Ch‘on‘u. fecero eleggere Signor di Bologna Giovanni Visconte nel dì 23. Bonomenfe d’Ottobre, ma con rabbia e difpetto de’migliori, e del Popolo JRer halle tutt0> che andava gridando per le ftrade: Noi non vogliamo ef-Jer venduti. Tuttavia bifognò prendere il giogo. Era ne’tempi addietro Bologna coniìderata, non come una Città , ma come una Provincia: tanto lungi lì {tendeva il fuo diftretto , e tanta era la copia de gli Scolari, i quali talvolta arrivarono ai numero di tredici mila . L’ acquiflo fattone dall’ Arcivefcovo di Milano fu un principio di grandi feiagure per erta Città, sì perchè il popolo Guelfo di fazione non fapea fofferir il giogo de’Ghibellini , e sì perchè di ciò s’ingelosirono forte i Fiorentini, ed altri Prin-