Ann o MCCCXXXVII. 2.0 I tutti gli sforzi del Re Roberto . Reftarono di lui tre mafchi, cioè Pietro IL Re, Guglielmo Duca, e Giovanni Marchefe . Ma non ereditò (a) il Re Pietro nè l’ingegno, nè il coraggio del Padre; {^Giovanni e però comincioffi fotto di lui a fcompigliare la buona armoniaL' *nlc ^ de’ Siciliani, e fi rubbellarono i Conti di Ventimiglia, e di Lentino. Anno di Cristo mcccxxxviii. Indizione vi. di Benedetto XII. Papa 5. Imperio vacante. PEr le tante perdite dell’Anno precedente in grandi affanni e fofpiri fi trovava Maflino dalla Scala, nè fapea a qual parte volgerfi per ottenere foccorfo. (¿) Avea nel Dicem- (b) Conuf. bre fcorfo moffe propofizioni di pace a Venezia, e per trattar- Hifl.T- '*• ne colà fi portarono Obiffo Marchefe d’Effe , Marfilio da Car- er’ rara Signore di Padova , Guido da Gonzaga, Giovanni Figliuolo di Taddeo Pepoli, gli Ambafciatori d'Affo Visconte, de’fiorentini, e dello fteffo Maftino. Sì alte erano tuttavia le pretenfio-ni de’Veneziani, perchè efigevano , ch’egli dimetteffe Trivigi, Lucca, e Parma, che andò a terra ogni fperanza d’aggiuftamen-to. Vivamente fi raccomandò pofcia Maftino a Lodovico il Bava ro, per aver gente ed altri aiuti da lui, con dargli in off aggio Francefco Cane fuo Figliuolo, ed altri Nobili per ficurezza de’pagamenti ; ma reftò burlato da lui. Poco poi potè godere elei nuovo fuo Principato Marfìlio da Carrara Signore di Padova ; perchè infermatoli, nel dì 21. di Marzo dell’Anno prefen-te mancò di vita . Non lafciando egli Figliuoli proprj, prima di morire, coll’affenfo della Repubblica Veneta fece eleggere fuo filcceffore nella Signoria di Padova Ubertino da Carrara fuo Cugino , che flato nella gioventù difcolo e malvivente , cominciò a governare il fuo popolo, più proccurando di farfi temere, che amare, (c) Per altro fu uomo di gran fenno , e tenne in mo\-^Gatari ta riputazione il nome fuo, e di fua Cafa . La prima imprefa Ift- Padov;; di lui quella fu di portarli all’affedio eli Monfelice, per affret-\°c™'i*iicl tarne il più tofto poffibile l’acquifto. Ma dentro v’era Pietro del Verme, la cui fedeltà verfo Maftino, ed infieme la bravura ed accortezza rendea vani tutti i tradimenti, e gli affalti d’Libertino . Fecero fra loro una guerra arrabbiata. Intanto Orlando Roffo Generale dell’ Armata Veneta nel Mefe d’Aprile mife in mar-