Annali d* Italia: tutto, e pail'ato il fiume Oglio, afflitte le campagne del Berga-malco . Nel dì 9. di Febbraio valicò 1’ Adda , lenza che potef-fero impedirgli il paffo le foldatefche poftate alle ripe ; e andò a riposare a Legnano , mettendo intanto a facco e fuoco quel-(a.)Gualvan. le contrade. Colà convocò quanti amici potè, (a) e vi concor-Geji^Aion. ^ero a furia 1 ribaldi, di modo che già penfava di marciare a dirò/n. xu. rittura verfo Milano. A quefto non mai penfato accidente fi tro-^Bomncontr vava mal provveduto 4770 Visconte ; anrettoflì dunque di chia-Morìgia 'mare da tutte le fue Città le milizie, e dimandò foccorfo a Chr. To. eod. tutte le fue amiftà. Era allora la terra coperta d’alta neve e di (b) Cbronic. ghiaccio : contuttociò i Marchefì Eflenji Cugini d’ Azzo ( b ) im-Tom^xv mediatamente gl’ inviarono alcune centinaia di cavalli fotto il Utùitqlìc. comando di Brandaligi da Marano . Altri combattenti gli vennero da Tommafo Marchefe di Saluzzo fuo Cognato, da Lodovico di Savoia Suocero fuo, dal Conte di Savoia, da Jacopo Signor di Piemonte, da Taddeo de’ Pepoli, da i Gon^aghi, e da Genova. Altri aiuti ancora erano per viaggio, ma fenza poter giu-gnere a tempo alla fiera danza , che fi fece . Fu commeffa la guardia di Milano a Giovanni Visconte, Zio d’Azzo e Vefcovo di Novara, con ottocento cavalli. Fu dato il comando dell’Armata a Luchino Visconte, altro Zio del medefimo Azzo. Ufci-to dunque Luchino con più di tre mila e cinquecento cavalli, due mila baleifrieri, e quattordici mila fanti, andò ad accam-pariì a Nerviano col groiTo di fua gente, compartendo il recante in Parabiago e nelle Ville circonvicine . Lodrijio, che già cominciava a penuriar di viveri e foraggi, non volle maggiormente differir la battaglia; e tanto più perchè fapeva, che T efercito de’Visconti di giorno in giorno s’andava Tempre più ingrofTando per l’arrivo di nuove truppe. Era il dì 21. di Febbraio, feiìa di Santa Agnefe, e fioccava la neve a furia . Ufcito prima del far del giorno da Legnano, andò ad affalir quella parte dell’ efercito Milanefe, che era a Parabiago . Dormiva tuttavia la buona gente. Lodrifio li fvegliò ben tofto, e cominciò a farne macello. Quei, che poterono prendere l’armi, e faltare a cavallo , bravamente fi diedero anch’effi a menar le mani ; ma molti ne perirono, e vi andava il reflo, fe non giugneva Luchino Visconte col fuo corpo di gente. Allora fi diede principio ad una terribile e fanguinofa battaglia , e fi fecero di gran prodezze da ambe le parti, cedendo ora gli uni, ed ora gli altri. La prefa della Città di Milano, che fi faceva