Annali d’ Italia. itiare 1’ afflitta Città di Cremona, fperandone ora più facile la conquifta, da che era rimafta lenza Signore. Nel dì 25. di Luglio di morte naturale pafsò al paefe de i più Giberto da Corregga) Ckronìc.gio (a), già Signore di Parma, ed allora bandito di Parma, nel Tom^ff Cartello di Cartelnuovo. Da quanto abbiam detto, fi può Rer. Italie, argomentare, eh’ egli non ebbe il dominio di Cremona ; o fe l’ebbe, dovette abbandonarlo e ridurli alle fue Cartella. A’ fuoi* Figliuoli dipoi fu permeilo di rientrare ed abitare in Parma. Nel Mefe di Luglio di quell’Anno in Bologna s’alzò una fie-^s\onienie'ra ^edizi°ne (O contra di Romeo de’Pepoli. Per tertimonian-Tvm.n‘i8T za del Villani (c) egli era riputato il più ricco Cittadino pri-Rer. Italie, vato d’Italia, facendoli conto, che averte centoventimila Fiori-Eft!nf.T.\;.ni d’oro, o più di rendita ogni anno. La fama probabilmente Rer, Italie, ingrandì di troppo il di lui avere. Quel che è certo, quefte fue v’iUnì' immenfe ricchezze, e V effer egli come Signore di quella Ter- 1 9. c. tzp. ra5 gli fecero guerra, iìccome perfona di troppo efporta all’ invidia de’ fuoi Concittadini. Però nel dì 17. del fuddetto Mefe i Beccadelli ed altri Nobili moffero il Popolo a rumore contra di lui . Si rifugiò egli occultamente in cafa di Alberto de’Sabbatini, tuttoché contrario alla fua parte; e quefti per tre meli onorata-mente il tenne nafeofo, tanto che trafugato fe ne fcappò a Ferrara a trovare i Marchefi d’Efte fuoi Parenti. Per la fua partita molto fi turbò in Bologna la parte Guelfa . Collegaronfi in queft’ Anno i Fiorentini col Marcheje Spinetta Malafpina, ancorili) idem chè Ghibellino (d); ed egli dall’un canto ripigliò molte delle (uF. 13S. Terre toltegli in Lunigiana da Caftruccio; e i Fiorentini dall’altro pofero l’arte dio a Monte Vettolino . Caftruccio, rinforzato da molta gente venuta in fuo aiuto dalla Lombardia , andò contro Fofte de’Fiorentini, e li fece ritirar ben prefto. Per quindici dì ancora fenza alcun contrailo diede il facco a molte Ville d’ erti Fiorentini, con lor grande vergogna . Ricavalcò poi in Lunigiana, dove - riacquirtò tutte le Terre rioccupate dal Marchese Spinetta, e prefe anche Pontremoli, con obbligare il Mar-chefe a tornar di nuovo come in camicia a Verona a i fervigi di Cane dalla Scala. Perchè Federigo Re di Sicilia fi teneva per ingannato da Papa Giovanni XXII. e da Roberto Re di Napoli, che con dargli belle parole di pace, gli aveano cavato di mano Reggio di Calabria, ed altre Terre, fenza più voler intendere parola di pace: nè pur egli volle ilare alla tregua di tre an-