Annali d’ Italia. (a) Tegrim. Vita Caflruc-cii, To. Xì. Rer. Italie. renimi fecero un gagliardo apparecchio di gente, colla giunta d’ altra, che lor venne dal Cardinal Beltrando Legato, da Bologna, Siena, Volterra, ed altre Terre. Con quelle forze fupe-riori di molto a quelle di Caftruccio almeno nella cavalleria , 1’ éfercito Fiorentino nel di 20. di Luglio andò a pollarli in faccia de’trincieramenti di Canniccio fotto Piftoia. Mollrò ben egli di voler battaglia, ma iìccome cauto Capitano fi tenne forte nel fuo campo; e maggiormente afforzandolo con forti ripari, lafciò, che i Fiorentini non veggendo maniera di fnidarlo di là colla forza, marciaifero verfo rifa, credendoli eglino, che Caftruccio fi mover ebbe per timore di perdere quella Città. Nulla fi mof-fe egli ; un terribil facco fu dato al territorio Pifano fino alle Porte; e intanto Simone dalla Tofa Capitano di Piiloia, perduta la fperanza del foccorfo per l’allontanamento de’fuoi, e perché gli era oramai fallita la vettovaglia, nel dì 3. d’A golfo ( fal-ve le perfone col loro equipaggio ) rendè a Caftruccio quella Città con grande vergogna e rabbia de’Fiorentini, i quali udita la perdita di Piftoia, fi ritirarono torto a cafa. V’ha chi fcrive, avere Cartruccio, dappoiché effo ottenne Piftoia, prefo Prato, e dato verfo Fucecchio una rotta all’Armata Fiorentina; ma di ciò non parlando le più vecchie Storie, paiferò a dire, che egli per paura del Bavaro cominciò una tela co’Fiorentini, e col Papa; ma per tante fatiche ed affanni cadde da lì a non molti giorni infermo in Lucca ; e chiamati i fuoi tre Figliuoli Arrigo , Giovanni, e Valerano, lafciò gli Stati al maggiore di età, ordinando loro e a i Configlieri di ben fornire le Città di Pifa, Lucca, e Piftoia, e di ftare uniti infieme. Pofcia nel dì 3. di Settembre nel colmo di fua grandezza e fortuna, in età di foli quarantafette anni diede fine alla fua vita colla temporal gloria d’effere ftato il più accorto, prode e bellicofo Principe de’fuoi tempi, e tale, che fe la morte non gli troncava il volo, pericolo v’era, che Firenze e la Tofcana tutta, foccombef-fero alla di lui fomma fagacità e bravura. Leggefi la di lui Vita, fcritta da Niccolò Tegrimi Nobile Lucchefe ( a ) , dove i fuoi coftumi e le fue Malfime fi truovano pienamente deferit-te. I fuoi Figliuoli corfero Lucca, Piftoia, e Pifa, e fe n’impof-feffarono, con aver tenuta celata fette giorni la di lui morte: per la quale non fi può efprimere, quanta fella e tripudio fi facelìe in Firenze. Pareva a quel popoio d’ effe-re rinato. Non