384 Annali d’ Italia: (a) Cronks Stati del Marchefe d’ Erte arrivò fui Bolognefe ( a ), dove la ToB°xynì. ^ua gente? benché amica, trattò il paefe da nemico. Andò fi-Rer. itaiu. no a Rimini, ed era per continuare il viaggio da quella parte , ^dì Siena““ cluancl° 1 fuorufeiti Fiorentini , che erano molti e potenti in Tom. xv. querti tempi, l’induffero a cangiar cammino. ( b ) Aveano erti Rer. Italie, fatto prima venire la Compagnia di S. Giorgio , comandata da ìfid^Finn- ^Iberico Conte di Barbiano fui Pifano , Sanefe, e Fiorentino, \e lib. iS. fperando di obbligare i Cittadini dominanti a rimettergl’ in Città . Ma Giovanni Aucud, preio per loro Generale da i Fiorentini, e il Conte Averardo di Landò lor Capitano, gli aveano fatti tornare indietro con poco lor gurto. In Tofcana parimente era capitata la Compagnia feemata di molto de’Brettoni, ma fece anch’ erta poche faccende. Le fperanze dunque, date da effi fuorufeiti a Carlo dalla Pace, gli fecero prendere il viaggio per la Tofcana, figurandoti egli, fe non potea conquiftar Terre, almeno di efìgere ricche contribuzioni da quelle contrade. Gubbio fe gli diede. Città di Cartello fu vicina a far lo fteflo , fe non che feoperto a tempo , eh’ egli veniva non per bene altrui, ma folo per pagar la fua gente colla libertà de’ taccheggi , reftò rotto il contratto. Arrivò egli nel Settembre alla Città d’Arezzo. I Boftoli ed Albergotti, dopo aver cacciati i loro avverfarj, iìgnoreggiavaho dianzi in quella Città , e vi aveano già ricevuto gli Ufiziali di erto Principe Carlo, ma con provar ben torto gli effetti della lor balordaggine -in aver meffa la Città e la Fortezza in mano di gente barbara e fenza fede , perch’erta da lì a non molto fece balzar le tefte a gli rteflì Bo-rtoli fuoi benefattori ed amici. Siccome padrone affoluto di quella Città Carlo dalla Pace fece ivi battere fua moneta, e cominciò a martellare i Sanefi per aver danaro. Ne fmunfe due mila Fiorini d'oro, e molta vettovaglia. A fommofla poi de’ banditi Fiorentini minacciava la Città di Firenze , ed ufcì anche in campagna co’fuoi Ungheri, e colla Compagnia de’Brettoni; ma eflendofi portato a’ confini Giovanni Aucud , Generale de’ Fiorentini, 'e gran Maeftro di guerra, con un bell’ efercito, gli fece torto perdere la voglia di paffar oltre. Mife dunque {>el fuo meglio in trattato d’ accomodamento le controverfie ; e afeiando burlati i fuorufeiti, rtabilì un accordo co’Fiorentini , da’quali ricavò fotto lo fpeciofo titolo di prertito quaranta mila Fiorini d’oro, e prometta di non dar aiuto alla Regina Giovanna, con altri patti. Non gli era mai d’avvifo di levarti di Tof-