Anno MCCCXLII. 2a fine . ( a ) Si moiTe quella da Firenze nel dì 15. di Marzo con (a) ifiorh animo di foccorrere V anguftiata Città. Capitan Generale era Ma-latejla de Malatejli Signore di Rimini. Un Mefe e mezzo fpe-far. Italie. fe egli fenza far nulla, perchè vanamente adefeato di qualche accordo da No I/o Figliuolo del Conte Federigo da Montefeltro , Capitano de’ Pifani. Intanto una grave feiagura occorfe alla Città d‘Arezzo. (¿) Trapelò, che i Pifani erano dietro a far ru-(b )Giovan. bellare quella Città a i Fiorentini. Vero o fallo che Me, p te-M™ani fo fu Pier Saccone de’Tarlati, il quale dianzi avea ceduta loro Johannes quella Città, con aifai altri fuoi conforti, e tutti andarono a ri-dcehrBa^t0iri pofar nelle carceri di Firenze . Furono in oltre cacciati da Arez- ,y. zo tutti i fazionarj Ghibellini, il numero de’quali, fe credia-R‘r.Italia mo a Giovanni da Bazano , afeefe a più di quattro mila per-fone : con che quella Città rimafe come disfatta. Ribellaronfi ancora gli Ubaldini al Comune di Firenze, e gli fecero guerra colla preia di varie Cartella. Ora il Malatefta, che vide fva-nite le fperanze del progettato accordo, nel dì primo di Maggio andò ad accamparli in faccia a i Pifani aifediatori di Lucca cercando tutte le vie o di tirare a battaglia i nemici, o di forzare i loro trincieramenti per introdur gente e vettovaglie nella Città. Si tennero ftretti nel campo loro i Pifani fenza voler azzardare un fatto d’ armi. Riufcì ad alcune fquadre Fiorentine di valicare il Fiume Serchio , di atterrar parte de gli {leccati con danno de’ Pifani ; ma furono refpinte , e in quello mentre cominciò la pioggia, che fece ingroflare il fiume, e tolfe la fperanza al Malatefta di più penetrar da quella parte. A tali disgrazie fi aggiunfe la penuria delle vettovaglie: laonde egli nel dì 19. di Maggio levò il campo , e paifato al Ceruglio, gli diede battaglia, fenza poterlo avere. Spedì poi gran gente nel territorio di Pifa, che vi recarono bensì de’ graviffimi danni , ma non liberarono da vergogna e feorno lui e tutta l’ofte de’Fiorentini, per aver così infelicemente tentato il foccorfo di Lucca; i cui difenfori al vedere eftinta ogni loro fperanza per la ritirata dell’ efercito amico, finalmente nel dì 6. di Luglio capitolarono la refa della Città, falve le perfone col loro equipaggio. Così venne Lucca in poter de’Pifani; e il Comune di Firenze, che avea fpefe centinaia di migliaia di Fiorini d’oro per foftener quella guerra, non fapea darfi pace di un contrario avvenimento ; e tanto più perchè non aveano accettato un partito di aggiuftamento, per cui i Pifani aveano loro efibito cento