Annali d* Italia; ci Galee preparate ed armate dal Papa per mandarle in Terra fan* ta, furono cedute al Re per valertene in aiuto de’Genovefi. Ma (t) Annaies perciocché fi farebbe potuto dire, ficcome in fatti fi diiTe, (a) che Medioian. aj pontefice fconveniva il mifchiarfi in guerre , per invadere gli Rer. Italie. Stati altrui, e poco ben fonare il far fervire la Religione a fini C^rfio, politici, mentre non appariva, che i Romani Pontefici averterò all*Aru™\8. diritto alcuno temporale l'opra Milano e fopra l’altre Città di Lombardia, Marca di Verona, e Tofcana, mentre erti Principi tenevano quelle Città dallTmperio, e le confervavano per 1*Imperio: (b)Raynaud, (b) fu anche trovato il ripiego di dar colore di Religione a quella Annai. Eccl. guerra. Andò pertanto ordine a gl’Inquifitori di fare un procef-(ó Bonine. io d’Erefia a Matteo Visconte e a’fuoi Figliuoli (c); e lo fteflb Chr. Mod. dipoi fu fatto contro Cane dalla Scala, Patferino Signor di Man-Tom. C i Marcheji EJlenJl Signori di Ferrara, ed altri Capi de5 Rer. Italie. Ghibellini d’allora: i quai tutti, benché proteftartero d’ertere buoni Cattolici, e ubbidienti alla Chiela nello ipirituale, pure fi trovarono dichiarati Eretici, e fu predicata contro di loro la Croce. In fomma abufoflì il Re Roberto, per quanto potè, della (moderata fua autorità nella Corte Pontificia , facendo far quanti paffi a lui piacquero a Papa Giovanni, con porgere ora motivo a noi di deplorare i tempi d’allora. Che i Re e Principi della Terra facciano guerre, è una penfion dura, ma inevitabile di quefto mifero Mondo. In oltre, che il Re Roberto tendefle a conquiftar l’Italia, può aver qualche feufa. Altrettanto ancora faceano dai canto loro i Ghibellini, nè quefti certo nelle iniquità la cedevano a i Guelfi. Ma fempre farà da defiderare, che il Sacerdozio iftituito da Dio per bene dell’anime, e per feminar la pace, non entri ad aiutare, e fomentar le ambizione voglie de’Principi terreni, e molto più guardi dall’ambizione fe rterto. Ora il Papa e il Re Roberto, a fin di compiere la meditata imprefa, fommoflero il giovane Principe Filippo di Valois della Caia di Francia, Figliuolo di quel Carlo, tuttavia vivente, che ^mvìiUnT Slà vedemmo in Italia a’tempi di Bonifazio Vili, (d) e il man-iib.9.c. .ondarono in Lombardia con bella Armata di Baroni ed uomini d’ar-mi. A lui fi unì con altra gente, e co i fuorufeiti Guelfi di varie Tom.'‘xi9 Città, Bcifrando dal Paggetto Cardinale Legato. Fecero araen-Rer. Italie, due capo alla Città d* Arti, che ubbidiva al R e Roberto nel gior-no cinclue di Luglio. Già un Mefe correva, che con viva guerra Tom. eod. fi difputava fra le due potenti Caie de’Tizzoni e de gli Avvocati ii poiTertb e dominio della Città di Vercelli. I cavalieri Tedefchi di