142. Annali d’ Italia: altri progreffi del Legato Pontificio, e molto più per la venuta in Tofcana di Carlo Duca di Calabria con tante forze, i Caporali Ghibellini fi vedeano in poco buono flato, e temevano di lor rovina. Avvifaroniì adunque di chiamare in Italia Lodo- (a) Conuf. vico il Bavaro per opporre forza a forza, (a) Venne egli a Tom^xi/ Creato ne^ Mefe di Febbraio , e quivi tenuto fu un gran Parlali er.'Italie, mento, a cui intervennero Marco Visconte, Paffermo de’Bona-Ckronic. corti, Obbfio Marcheje d’Erte , Guido Tarlati Vefeovo d’ Arezzo , Tomfxr. 8^ Ambafciatori di Caflruccio, de’Pifani, e di Federigo Re di Rer. Italie, Sicilia. Vi andò ancora Cane dalla Scala, ma accompagnato da VdUr/T™ ^ettecent0 cavalli, perchè non iì fidava del Duca di Carintia a cap *%.' I6‘ cagion della guerra, eh’ egli avea co’ Padovani, de’ quali era allora Signore quel Duca. Richiefe Cane il dominio di Padova con eiìbire al Bavaro gran fomma di danaro, e perchè non ebbe l’intento, fe ne partì disguftato, minacciando d’accordarli torto col Legato del Papa. Tanto fecero gli amici, che tornò indietro, e ieguì poi una tregua fra lui e i Padovani. In quel Parlamento fu conchiufo, che il Bavaro calarte in Italia, e venirte a prendere la Corona del Regno, promettendogli i Capi de’Ghibellini cento cinquanta mila Fiorini d’oro. Severo è ciò, che fcrive il Villani, in quel Parlamento Lodovico pubblicò, che Papa Giovanni XXII. era Eretico, e non degno Papa, opponendogli varj articoli, fecondochè a lui era flato fuggerito da due dotti ribaldi, cioè da Marfilio da Padova, e da Giovanni Giandone , o fía di Gant, che co i loro velenofi fcritti conduf-fero il Bavaro a varie empietà e pazzie. Era egli veramente irritato forte contra del Papa, parendogli una fiera ingiuflizia quel non volerlo riconoicere per Re de’Romani, e ciò per fini politici; ma egli tenne una via obbrobriofa ed indegna per ven-dicarfene. Nel dì 13. di Marzo fi partì da Trento erto Lodovico Bavaro , e pofeia fui principio di Maggio venuto per le montagne arrivò a Como , menando feco appena feicento cavalli, ed era bene fcarfo di moneta. Venne poi di Germania molta cavalle-(b> Bonn- ria, allorché fu giunto a Milano (¿), dove nel dì i6. di Mag-CrCi7SCh!oà 8’° con grar*de onore il ricevette Calcalo Visconte. Quantun-afodoet. r°n' cJue Marco Fratello, e Lodrifio Zio d’erto Galeazzo con altri Nobi-Tom. xii. li, averterò declamato forte contra del medefimo Galeazzo, pu-Rer. Italie. re jj 3avaro confermò il Vicariato , o fía la fignoria di Milano , Pavia, Lodi, e Vercelli. Quindi fu intimato il dì della Pente- corte