Anno MCCCYI. M nuto il giorno, faceffe ogni poffibil refiftenza, pure fu coftretto a ritirarii nei Cartello, e il Cartello fece poca difefa, perchè non era provveduto di viveri, e convenne cederlo a patti di buona guerra. In quello fteflo giorno i Rangoni, Savignani, Bofchet-ti, ed altri fuorufciti rientrarono nella Città, e fi fece gran fe-fta e galloria per avere ricuperata la libertà, ma libertà, che colto ben caro a i Modeneiì, perchè tornò la difcordia, e mali infiniti fi fcaricarono da lì innanzi fopra quefta Città, che credendo di rtar meglio, ftette peggio dipoi, finché tornò fotto il dominio de gli Ellenfi. La mutazion di governo in Modena fu cagione, che nel dì feguente anche i Reggiani animati da quello efem-pio fi ribellaffero al Marchelè A zzo, e ne cacciaflèro a forza il i'uo prefidio colla morte di molti. Corfe torto colà Giberto da Correggio con un grorto corpo d’armati; e forfè perchè andò poi teffendo delle reti, per ottener la fignoria di quella Città, da lì a pochi giorni vi fu gran rumore, e Giberto prefe la Piazza e il Palazzo del Comune. Ma in fine contentandoli, che i Reggiani prendeffero per loro Podeftà Matteo fuo Fratello , fe ne tornò a Parma; e itrìnfe in quello tempo parentela con Alboino dalla Scala Signor eli Verona, dandogli in Moglie una fua Figliuola. Diedene un’altra ancora a Francefco Figliuolo di Pafferino de’ Bonacoiìì, cioè di colui, che fu dipoi Signore di Mantova. Prefero i Mantovani in quelle rivoluzioni il Cartello di Reggiuolo a i Reggiani, nè più lo renderono, con grave danno e doglia del Popolo di Reggio. Nel Mele di Febbraio (a) fi ilrinfero in lega CO Chromc. le Città di Parma, Modena, Reggio, Mantova, Verona, e j^ix. Brefcia, tutte a’danni de! Marchefe A^o con difegno di cacciar-Rcr. Italie. lo anche fuori di Ferrara ; ma con tutti i loro sforzi non venne lor fatto il colpo . Accaddero in quell’Anno anche in Bologna delle fiere rivoluzioni (¿). Fu creduto o provato, che la raziori de’ Lamber-(t>) \iatth. tazzi e Bianchi, cioè quella de’Ghibellini, volelfe far delle no-lUckr£k‘b' vità: però fu in armi il Popolo gridando: Muoiano i Ghibellini, Pononrenf. vivano i Guelfi. Per tertimonianza di Dino Compagni fu quella una mena de’Fiorentini, nemioffimi de’Ghibellini. Moki d’effi 'r' J ' Lambertazzi furon morti, il refto prefe la fuga , e ne feguirono Taccheggi e abbattimenti di parecchie cafe . In quelle turb lenze Romeo de’Pep li con altri Nobili prefj, fu p illo in quelle carceri, ma poi rilafciato. Tornò quella Città a parte Guelfa . Molte altre guerre feguirono per quello fconcerto nel Contado