»4° Annali d’ Italia. formò uno fplendidiffimo corteggio della primaria Nobiltà delia) Chronk. le fue Città. Nella Cronica Ellenfe (a) li veggono annovera-tutt* j Nobili fcelti da Milano, Tortona, Aleffandria, Cre-Her. Italie, mona, Brefcia, Vercelli, Lodi, Novara, Alti, Como, Bergamo , Piacenza , e Parma, ed anche da Pavia, ficcome ancora le nobili Donne deitinate ad accompagnarla , oltre a i Paggi, Staffieri, e alla prociigiofa minor Famiglia (b). Per una Regi-Ckr. Mutìn. na non lì potea far di più. Si molle ella da Milano nel dì 29. Tom. todem. d’Aprile , e grandi onori ricevè in Verona da Alberto , e Ma-fìino dalla Scala; grandi in Padova da Jacopo da Carrara ; maggiori poi in Venezia da quella fplendida Repubblica. Soddisfatto che ebbe in Venezia alla l'ua divozione , e veduta la celebre funzione dell’Afcenlìone, fe ne ritornò per Padova, Verona, e Mantova a Milano. Dove andalfe poi a terminare quello sì divoto pellegrinaggio , non iftaremo molto a vederlo . Una feena curiofa , cominciata nell’ Anno addietro in Roma , mag-^cìia’d?dl &*ore comparfa fece nelprefente. (e) Per la lontananza de’ Rienio. Papi era divenuto quella mirabil Metropoli un bofeo d’ingiufti-.Anuquitit. zje. ognun facea a fuo modo; difeordi erano i due Senatori, jial.T.3. y uno ^ cafa Colonna, e 1’ altro di Cafa Orfina, con due di-verfe fazioni; le entrate del Papa e del Pubblico divorate; le ilrade piene di ladri, di modo che più non s’attentavano i Pellegrini di portarli colà alla vilìta de’ fanti Luoghi. Si alzò su un giorno, e fece popolo un certo della feccia del volgo, cioè Niccolò figliuolo di Lorenzo Tavernaro, appellato volgarmente Cola di Rietino, giunto col fuo lludio ad elfere Notaio. Colhii era uomo fantailico ; dall’un canto facea la figura d’Eroe, dall’altra di Pazzo . Sopra tutto gli flava bene la lingua in bocca . Tanto declamò contro a i difordini di Roma, e alle prepotenze de’Grandi, che induffe il popolo a conferirgli il titolo e la ba-fcft chronìt. Tribuno. Ciò gli ballò per cacciare di Campidoglio i Se- Ejicnft natori, e per farli Signore di Roma (d), con intitolarli pomici jupra. pofamente : Nicola, Severo e Clemente, Liberator di Roma, B^ano uhi Zelante del bene dell' Italia , amatore del Mondo , e Tribuno Au-fupra. guft° • Formò pofeia de i Magillrati, mettendovi de gli uomini di merito; fece giulliziar varj capi di fazione, che mantenevano quantità di masnadieri, e aiTaffinavano alle llrade ; intimò il bando a i Grandi, che folevano far da prepotenti, fe non giuravano fommeffione al buon Governo : di maniera che fuggiti i .malviventi, in breve mife in quiete la Città, e fi potea portar