Anno MCCCXXVI. 139 ni pubblicò Lettere Papali, come il Pontefice avea creato il Re Roberto Vicario d’Imperio in Italia , vacante Imperio. Pofcia nel dì 10. di Luglio arrivò a Siena (a) cario Duca di Calabria con (a) Chronic; copioia gente d’armi. Seco era la Moglie, e Giovanni Principe x della Morea fuo Zio paterno, e gran Baronia. Dimandò la figno - Rcr. Italie. ria di quella Città, e per queito vi fu non poco rumore ; ma in frJfj°™nni fine conienti quel Popolo di dargliela per cinque anni avvenire. cépZlnm.9' Fatto far pace fra i Tolomei e Salimboni, fe ne partì, enei dì 30. di Luglio arrivò a Firenze, ricevuto ivi con proceffione ed immenfo onore. L’accompagnavano mille e cinquecento lande ; e richieite le amiilà, ebbe da’Sanefi trecento cinquanta cavalieri , trecento da’Perugini, ducento da’ Boiognefi, cento da gli Orvietani , cento da i Manfredi Signori di Faenza, oltre a molti altri : di maniera che congiunta quella gente co i quattrocento cavalieri già venuti col Duca d’Atene , e colla fanteria e cavalleria de’Fiorentini , fu al fuo comando una fioritiifima Armata. Tuttavia nulla di rilevante operò egli in quell’Anno per la diligènza e prodezza di Cailruccio , il quale riduiìe a nulla gli sforzi del Marchefe Spinetta Malafpina collegato col Duca di Calabria, e fece tornare a Firenze 1’ Armata d’ effo Duca fenza aver conqui-ftata veruna fortezza, e però con onta e vergogna. Cominciarono ben tolto i Fiorentini a provare il pefo del novello loro Signore , perchè non mantenne loro i patti, e mandò per terra 1’ autorità de’ loro Priori , e in un anno coito il fuo governo a quella Città più di quattrocento migliaia di Fiorini d’oro. Ma il riccio era entrato nella tana, e i Fiorentini non trovarono miglior riparo contro al temuto ed odiato Cailruccio, il quale tenne dipoi gran tempo a bada il Legato e il Duca con lufinghe di pace e d’ accordo. , Altra maniera non feppe penfare il Re Roberto per indurre a’fuoi voleri Federigo Re di Sicilia , che di fpedir ogni Anno 1’ Armata fua a dare il guaito a quell’Ifola, tanto che itanchi quegli abitanti fi gittaifero nelle fue braccia, (b) Però in queit’An- (fyNicoLus no ancora fui fine di Maggio inviò colà una flotta di ottanta vele ^‘^T^X. col Come Novello della Cafa del Balzo, che puntualmente efe-Rcr. lùuc. guì gli ordini del Re con guailar le contrade di Patti, Milazzo, . Cattania , Agoita,*fe Siracuia. Il che fatto, fenza aver provato¡Lf.c“.]^; contralto alcuno, fe ne venne in Tofcana, dove prefe due Calleila a i Conti di Santa Fiora . Trattando la Città di Fermo nella Marca in quell’Anno accordo colla Chiefa, quei d’Ofimo con al-