Anno MCCCXXIX. i6j
<rli delle Repubbliche , non accettarono i Fiorentini il partito.
Se n ebbero ben a pentire andando innanzi.
  Anche i Pifani, da che videro il Bavaro impegnato in Lombardia , penfarono a fcuotere il di lui giogo ; e fatto venir da Lucca Marco Visconte con alcune masnade di Tedefchi ribellati al Bavaro, nel-Mefe di Giugno levarono la Terra a rumore , e ne cacciarono Tarlatino da Pietramala, che v’era Vicario per efìo Bavaro co’fuoi foldati, e fi tornarono a reggere a Repubblica. Altrettanto fece anche Piltoia . O fia, che Marco Visconte trat-tafle occultamente co’ Fiorentini per farli padroni di Lucca, e fors’ anche di Pifa , e che perciò i Pifani cominciaffero a moflrar diffidenza di lui; o pure, ch’egli ufo a gl’ imbrogli fponcanea-mente volelTe andare a trattar co’ Fiorentini : certo è , ch’egli fi partì di Lucca, e venne a Firenze , dove ben ricevuto da i Priori, (a) dopo molti ragionamenti con loro, e da loro regalato, ma riconofciuto per uomo illabile , fen venne alla volta di (a) Sonine. Bologna, dove dicono, che fegretamente fi abboccò col Cardi-nal Beìtrawdo, con voce che gli prometteffe di fargli avere Mi- Tom. xn. lano. Portatoli pofcia a Milano, nel dì i 4. d’Agofto, fu amore- Ren Italie. volmente accolto dal Nipote A^o , Signore della Città, e da’ fuoi Fratelli Luchino e Giovanni, a’quali fece di gravi rimproveri, perchè Favellerò lafciato tanto tempo per oilaggio, fenza pagare il convenuto danaro . Quindi fi diede a grandeggiare in Milano; avea più feguito , che lo fteffo Nipote Azzo; e fu creduto , che gli volefle anche torre la Signoria. Scrivono alcuni, che effendo ben uniti Azzo , Luchino , e Giovanni, tra che gli andamenti di Marco erano loro fofpetti, e il non poterli eglino Petrus dimenticare della rovina e prigionia lor proccurata da eifo Mar - A^nus.Chr. co due anni prima, determinarono di sbrigarfene . Pietro Aza-rio pretende (¿), che Luchino non folamente niuna mano eb-( )'Gwln. be al fatto , ma ne rellò fortemente irritato. Invitáronlo dunque Vlllani l- '°-ad un convito (c), dopo il quale chiamatolo in camera, fecero TA'gIÌ^ flrangolar lui, e gittar giù dalle fineflre il fuo corpo nel dì 8. chr. Regienf. di Settembre, o pure in altro giorno. Quello atto di gittarlo dal- T°' Yv1L le fineflre non par vero, fiante 1’ onorevol fepoltura , che i Ni- ^ch'oVk. poti e i Fratelli gli fecero dare . Altri dicono ( d) , ch’egli da sè EMe ileiib, credendo di falvarfi , fi gittò giù, e morì di quel falto .T°£rX&iìc. Almeno fu fparfa quefla voce. Pafsò anche male all’Antipapa (e) Bemar-Niccolò , bene nondimeno fecondo il fuo merito, (e) Partito che fu il Bavaro da Pifa, quel popolo non vedendo volentieri inkann.xxii.
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