376 Annali d’ Italia. sloggiar ben prefto , e ritornare a Fondi. Perch’egli non fi teneva quivi iicuro, nei Mefe di Maggio s’imbarcò co’ iuoi {comunicati .Cardinali , a riferva di due , che lafciò in Italia ad accudire a’fuoi intereffi; e dopo aver corfo varj pericoli per le tempere di mare, nel dì io. di Giugno arrivò a Mariilia, epofcia andò a piantare la fua refìdenza in Avignone. Fece anch’ egli de’ nuovi Cardinali, fece de’proceffi contra di Papa. Urbano VI. Scomunicò i di lui Cardinali -, e ficcome Urbano non men coll’ armi ipirituali, che colle temporali, avea moiTa guerra a lui, e a’fuoi aderenti, anch’egli altrettanto praticò, con inviar que’foccoriì di gente e di danaro, che potè alla Regina Giovanna , al Conte di Fondi, e al Prefetto da Vico , che erano della fua fazione . E qui cominciò a vederli un moftruofo fcon volgi mento nella Chiefa di Dio, con darli dall’uno e dall’altro i medeiìmi Vefcovati e ^d)TNì°m°r’ ^enefizj (a): dal che nacquero private e pubbliche guerre ellra-Hiftor. ’ gì • E i Grandi, fecondochè l’ambizione o l’intereife configlia-va, aderivano a chi de i due contendenti più loro offeriva, fpo-fando ora l’uno ora l’altro partito; e prevalendo quali fempre i cattivi fopra i buoni, e toccando le Chiefe a perfone indegne con fommo efterminio ¡della difciplina Ecclefiallica tanto ne’Secolari che ne’Regolari. Molti ancora de’Prelati e Preti aderenti ad Urbano furono prefi, uccifi, od annegati da i Clementini; e fac-cheggi, incendj , ed ammazzamenti furono parimente fatti dall’ (b) Cronica altra parte. (Z>) Gran noia e danno recava intanto a i Romani Tom°xrlIl fedeli di Papa Urbano Cartello Santo Angelo , perchè tuttavia -Rer. luiic. detenuto da un Ufìziale dell’Antipapa ; e per quello il Papa non 5 rÌ*ac\ Potea a^tare ‘d Vaticano. L’affedio vi fu pollo , e nel dì 29. d’ unnada ' Aprile venne coilretta quella Fortezza alla refa colla fame, o Siena. piuttoflo col danaro . N’ebbe non poca gioia il Pontefice, il quale nello iteiTo Mefe fece predicar la Crociata contra dell’Antipapa, e della Regina Giovanna, e prefe al fuo foldo la Compagnia di San Giorgio, compofla di masnadieri Italiani eTedefchi. Spe-fe bene il fuo danaro, perchè coiloro diedero una fiera rotta alla Compagnia de’Brettoni, che era a’fervigi dell’Antipapa , facendone grande ftrage e prigioni quafi tutti i Caporali della me-Ì/2 RArila!' d e fi m a. (c) Succedette quello fatto fotto Marino nel dì 28. d’A-Ecclef prile. Alberico Conte di Barbiano , olia di Cuneo, era il Con-dottiere d’effa Compagnia di San Giorgio, a cui fi unirono anche le foldatefche Romane. Quello fu il colpo, che maggiormente affrettò l’Antipapa a fuggirtene d’Italia. Dopo quelli fatti la Regina