10 Annali d* Italia; fpedì fegretamente in Italia nel Mefe di Marzo di queft’ Anno Guglielmo da Nogaretto Tuo emiliano, uomo di fottiliifimo ingegno e di forte ftomaco-, con un Fiorentino appellato MefTer Mufciatto de’Franzefi, e con buone lettere di cambio. Fermatoli coftui ad un Cartello d’eifo Mufciatto, fi diede a far gente e a fpendere largamente danari e promette, con inviar meilì e lettere per corrompere i Nobili della Campania Romana, e i Cittadini d’Anagni. Allorché fu all’ordine tutto il trattato, di cui non trafpirò mai a gli orecchi del Papà alcun menomo avvi-io,, trovandoli il medelimo Pontefice fenza fofpetto in elfa Città d’Anagni co’fuoi Cardinali, e con tutta la fua Corte : una mattina per tempo nel dì 7. di Settembre all’ improvvifo entrarono in quella Città Guglielmo da Nogaretto , Sciarra dalla Colonna, i Nobili da Ceccano e da Supino, ed altri Baroni, con trecento cavalieri e molta fanteria, e colle infegne del Re di Francia, cominciando a gridare: Viva il Re di Francia. Muoia Papa Bonifa^io . Anche il Popolo d’Anagni, ingrato a tanti benefizi ricevuti dal Papa , ii unì con loro , e fu anche detto , che alcuni de’ Cardinali .foifero mifchiati nel medeiìmo trattato , e (a) Ferretti* fira gli altri il Cardinal Napoleone de gli Orfini . ( a) Certo è, 2 che etti Cardinali fe ne fuggirono, o fi nafcofero tutti, lafcian-Tom. ix. do il Papa afTediato nel fuo Palazzo. Fece la famiglia fua quel-Rer. itaiu. [a refiftenza, che potè; ma in fine il Palazzo fu prefo. Allora 11 Papa tenendoli per morto, volle almen prepararli con magnanimità, e fattoli abbigliare con gli abiti Pontificj e colla fa-cra Tiara in capo, e colla Croce in mano, alTifo in una fedia flette afpettando i nemici. Dicono, che Guglielmo da Nogare-to gli dicelfe d’elfere venuto, non per torgli la vita, ma per condurlo a Lione, dove li terrebbe un Concilio Generale, e che egli rifponderebbe alle accufe pubblicate contra di lui. Certo è, che Sciarra dalla Colonna il caricò di villanie e d’ obbrobri , ed anche volle obbligarlo rinunziare il Papato -, ma il trovò fermo in voler più tofto morire che cedere. In così mifero flato fu ritenuto per tre dì fotto buona guardia il Pontefice, fenza che volelfe indurli a prendere cibo : tale e tanto era il fuo fdegno mifchiato col timore, e con la fua confufione. Fors’anche dovea temer di veleno . Intanto fu dato il facco al Palazzo, e a gl’immenfi tefori ed arredi del Papa. Dopo i tre giorni il Cardmale Luca del Fiefco, commiferando le disavventure e la prigionia del Pontefice, tan-tos’ingegnò, che molfe a rumore il Popolo d’Anagni, il'quale co- f