144 Annali d’ Italia.
         piene di doglia a Milano. Finalmente ben certificato 'quel Ca-(0 Boriai- rtellano , che v’andava la tetta del Tuo Signore, (a) confegnò ngi*U<Ch?°n. cIue^ Cartello alle genti del Vefcovo d’ Arezzo , e nelle prigioni Modoa. del mede fimo Cartello, fabbricate dallo ftetto Galeazzo, fu egli TRer filli; r^retto co’due fuoi Fratelli, e col Figliuolo , verificandofi quanto per accidente era ftato predetto, fe pur fuffitte quella predizione. Non gli mancavano peccati da farne penitenza. Di quefto fatto gran piacere ebbero i Nobili di Milano e le Città Guelfe, ma il Bavaro fi tirò addotto una grande infamia per tanta ingratitudine verfo i Visconti; e di qui fi può dire, ch’ebbe principio la meritata fua rovina. Furono poi eletti ventiquattro Nobili, che reggeffero a Comune la Città di Milano ; iopra loro nondimeno iftituì il Bavaro un fuo Vicario, che fu Guglielmo da Monteforte .
          Cavo’etto Bavaro in querti tempi ben ducento mila Fiorini d’oro, dalle borie de’Ghibellini, e lpezialmente de’ Milanefi ; po-fcia nel dì quinto , o pure nel dodicefimo giorno d’ Agofto quali alla fordina ufcì di Milano, e a gli Orci del Brefciano tenne uri Parlamento con Cane dalla Scala, Rinaldo EJienfe , Pajferino, (b'jGiovanni ed altri Capi Ghibellini. Vuole il Villani (¿), che il Bavaro con-Viliani, ducette colà Marco , Luchino, ed Azzo Visconti, i quali pofcia i. io. c. yt. fuggirono, e cominciarono guerra a Milano. Anche il Fiamma
(c)Guahan.	( c ) fcrive, che Giovanni, Luchino, ed Azzo fra poco tempo fu-rt*mma rono rilafciati, e ritenuto il folo Galeazzo. Ma più fede merita Cap' 3 Buonincontro Morigia , vivente allora in Monza, che ci allicu-
         ra, eflere itati i fuddetti Visconti rimetti in libertà folamente nell’Anno feguente ; ed è certiflìmo , che Marco feguitò il Bavaro in Tofcana. Venne etto Bavaro colle fue genti a Cremona, e pel Contado di Parma , e per la via di Pontremoli pafsò alla volta di Lucca, fenza che il Legato del Papa, che avea grandi forze gli facette contratto alcuno per le montagne , ficcome avrebbe potuto. Fu accolto con fommo onore da Cajlruccio, che fi fece o allora, o nel dì 4. di Novembre dichiarare ed invertire da lui Duca di Lucca e Piftoia, ed anche di Prato , San Gemignano,
(d)	1 fiorie Colle, e Volterra, (d) tuttoché non ne fotte padrone, per ifpe-Pifioi'ji ranza d’acquiftar que’Luoghi, i'quali aveano già prefo per lor R°e?i Laiic. Signore Carlo Duca di Calabria. Creclevafi Lodovico d’entrar
Giovan- quetamente in Fifa, Città fempre ftata Camera dell’imperio , e Viiiam ^ perciò fenza entrare in Lucca, cavalcò tofto colà. Ma quei, che /*. 10. c. 3 •g0yernàvan0 ]a Città, per timore di perdere il loro fiato, e per
odio