Anno MCCCXXXIV. trenta mila combattenti tra cavalleria e fanteria , con fei mila carra , palsò all’ aiTedio di Cremona. Signore di quella Città era Pontino de Pontoni, che fece gagliarda difefa ; ma veggendo egli oramai guafiato tutto il paefe , e crefcendo le angurtie della Città , capitolò una tregua, per cui prometteva di rendere Cremona ad Azzo Visconte, fe nello fpazio di due mefi e mezzo non veniva efercito del Re di Boemia , capace di rimuovere quell’ aiTedio, e diede buoni ortaggi per quefto. Finì poi il tempo della tregua , fenza che comparile aiuto alcuno del Re Giovanni; e però Cremona pacificamente nel dì 15. di Luglio fi fottomife al dominio del Visconte. Mentre durava la tregua Suddetta, nel dì 7. di Maggio venne 1’efercito de’Collegati a dare il guaito al Reggiano fino alle porte della Città, e flette in quelle contrade fino al dì 20- facendo immenfi mali. Altrettanto poi fecero al Contado di Modena. Nel dì primo di Giugno tornarono fui Reggiano, e di là fui Parmigiano a dì 6. d’eiTo Mefe, defolando dapertutto con quella ipietata forma di guerra , che era in ufo a que’ tempi, e fa orrore oggidì al folo udirla. Intanto Marfilio . de RnJJl fotto mano a forza d’oro avea tramato un tradimento colle brigate Tedefche de’Collegati ( a ) , (a) Chronlc. gente fenza fede: il che vien confermato da Giovanni Villani j^‘xv ( b ), con aggiugnere, che il trattato fu incominciato dal Car- Rer% Italia dinal Beltrando Legato, il quale avea depofitatì dieci mila Fiorini Gasata d’oro da pagare, fe que’ribaldi prendevano i capi dell’ Arma- t^xvTiÌ ta, e maflimamente Martino dalla Scala, del che fu egli avver- Rer. Italie. tito a tempo. Ora certo è, che nel dì 7. di Giugno fuddetto nacque gran rumore nel campo collegato, e di graviifimi fofpet- capTs. " ti inforfero : laonde fi divife quell’ efercito , ed ognuno tornò con paura alle fue cafe ; e ventotto bandiere d’ erti Tedefchi vennero allora in Parma al fervigio de’ Roflì. Pofcia nel dì 12. d’A-gofto le genti dello Scaligero affediarono Colorno Terra del Parmigiano, e fe ne impadronirono nel dì 25. d’Ottobre, effendo ben ufeiti i Rofii con grande sforzo per foccorrerlo, ma fenza poterlo effettuare, perchè v’ era Martino dalla Scala in perfona con tutte le fue forze, che ben munito di forte e fteccati non volle azzardar la battaglia. Nè fi dee tacere , che la Città di Bologna, la qual dopo la cacciata del Legato fi credea di dover godere giorni felici, perchè ridotta in Libertà, (c) fi trovò in (c) CbmU. iftato peggiore di prima; e ciò per l’ambizione de’ più potenti tITxviil Cittadini, e la rinata difeordia fra quelle Famiglie, Taddeo Rer! italici Pepo-