Anno M C C C LI II.
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ca, e il Contado di Fano. L’Anno fu quello, in cui Papa Innocenzo VI. (<?) veggendo oramai tutte le Città della Chiefa in (aÒRaynaud. Italia cadute in mano di Tiranni; e maffimamente dolendogli, A“’1- Ecc~ che il Prefetto da Vico avefle ultimamente occupate quafi tutte le Terre del Patrimonio, e di Roma, ed anche Orvieto : fpedì in Italia Egidio Alborno^ Cardinale Spagnuolo, perfonaggio di gran petto e mente, che avezzo nell’armi prima di portare la i'acra Porpora, fapea far non meno da General d’ Armata , che da Legato Apoftolico. Con ampia facoltà venuto egli in Italia , magnificamente fu accolto e trattato in Lombardia per tutte le fue Città dall’Arcivefcovo di Milano, fuorché in Bologna, dove noi lafciò entrare. Nel dì n. di Ottobre arrivò a Firenze., e pofeia ito a Montefiafcotie ebbe fulle prime il contento di tirar con un accordo i Romani a riceverlo per Protettore , e a feco unirli contra di Giovanni da Vico Prefetto di Roma, Signore di Viterbo, ed ufurpatore di tante Terre della Chiefa Romana . Di grandi diffenfioni e guerre nell’ Agollo di quell’ Anno erano fiate in Roma per le fazioni de gli Orfini, Colonnefi, e Savelli. Il popolo a furore avea lapidato e morto Bertoldo de gli Orfini Senatore; (b) ma finalmente coll’eleggere loro Tri- ^ ^ buno Francefco Baroncelli , cioè il Notaio del Senatore, ridui- Cola. dì fero le cofe in migliore fiato; ma il rimedio fu di corta dura- To ta, e però fi mife la Città fotto la protezion del valente Car-dinaie Legato,
   Per li buoni ufizj della Corte Pontificia, cioè del fu Clemente VI. Papa erano fiati da Lodovico Re d’ Ungheria rimeifi in libertà fui fine dell’Anno precedente i Realidi Napoli (c), te- (c) Chronk. nuti fino allora prigioni, cioè Roberto Principe di Taranto, e Eflenfe Luigi Duca di Durazzo, coi lor Fratelli. Nel Gennaio di quell’ Tr™. hl'lc. Anno giunfero a Venezia, e furono ben accolti dipoi ne’ fuoi Stati da Aldrovandino Marchefe d’Efle, e in fine giunfero a Napoli. Si udì poco fa menzione di Gentile da Mogliano Signore di Fermo e delle difeordie fra lui, e Malatefia padrone dì Rimini. Non avea forze Gentile da contraffare con sì poffente e valorofo nemico. Venuto in Lombardia, niuno aiuto potè ricavar da Giovanni Visconte , nè dal Marchefe Aldrov andino . Da Francefco de gli Ordelaffi Signor di Forlì, e nemico de’Malate* ili, ottenne dodici bandiere; ma nel viaggio farono disfatte e quafi tutte prefe in un’imbofeata dal Malatefia, il quale pre-valendofi della vittoria, pafsò dipoi all’affedio di Fermo; ma Tomo Vili.	S	in-