Anno MCCCXI. 6t all’avere ricevuto per Vicario Imperiale Gherardo da Enzola da . Parma, in vece di feffanta, dovette pagare cento mila Fiorini d’oro alla caiTa del Re . MoRl’in queft’Anno Alboino dalla Scala, e reftò folo Can Grande fuo Fratello nella iìgnoria di Verona, con tener anche il piede in Vicenza. Tale era allora lo ftato , ma fluttuante, della Lombardia e dell’Italia. I foli Veneziani fi ftavano in pace, oiTervando fenza muoverfi le commozioni altrui. Aveano fpedi-ti ad Arrigo, fubito che egli fu giunto in Italia, i loro Amba-fciatori con regali, a titolo non già di luggezione, ma d’amicizia, e con ordine di non baciargli il piede (a). Venne pofcia in (a) Alberti, queft’ Anno a Venezia il Vefcovo di Genevra Ambafciatore d’Ar rigo ; ma non dimandò a quel Popolo nè fedeltà , nè ubbidienza. To. vili. Terminò i fuoi giorni in quell’Anno appunto (b) Pietro Grade nigo Doge di Venezia, e nel dì 22. d’Àgoilo ( il Sanuto (c) feri - nuator Dan. ve nel ai 13. ) fu furrogato in fuo luogo Marino Giorgi, affaidulìTo. m 'vecchio, che poco più di dieci mefi tenne quel governo. Sotto ^ Marino Erefcia , iìccome accennammo , cominciò ad infierir la Peile nell’ Sanuto armata Regale, e fi diffufe poi per varie Città. Ne reftò fpo-j^""/^ polata Piacenza, Brefcia, Pavia, ed altri Popoli empierono i lor cimiterj. Portò il Re Arrigo colle fue genti a Genova quello malore , e però quivi fu gran mortalità. Diede principio Papa Clemente V. (d) nell’Ottobre di queft’Anno al Concilio Gene-(¿)Raynaiu rale in Vienna del Delfinato, al quale intervennero circa trecen-^ Annal. to Vefcovi. Era riufeito alla faggia deftrezza d’effo Pontefice,Eccjje£lu -,us e de’Cardinali, il far defiftere Filippo il Bello Re di Francia dal in vu. Por». profeguir le calunniofe accufe contro la memoria di Papa Bonifa- tlfic' %io Vili. Nel Concilio fi avea da trattare , ma poco fi trattò de’ tanti abufi, che allora fi offervavano nel Clero, e nella fteiÌa Corte Pontificia, maffimamente in riguardo alla collazion de’Be-nefizj e alla Simonia : intorno a che reilano varie memorie e fcrit-ture di que’tempi, che io tralafcio, rimettendo i Lettori alla Sto« ria Ecclefiaftica, dove le ne parla ex profefjo. Ann»