ijt Annali d’ Italia; cito loro, fi ritirarono nel dì 25. di Febbraio da quell’ aiTedio. Arrivarono poi nel dì primo di Marzo gli ottocento cavalieri del Re di Boemia a Lucca ; e il primo a provare quanto foffero mal fondate le fue fperanze nel Boemo, fu lo fteffo Gherardino Spinola , perchè niun patto fu a lui mantenuto, e gli convenne ufcir di quella Città, piagnendo la perdita di eifa, e del tanto danaro impiegato per comperarli un crepacuore . Anche i Modenefi , e ( ) Gasala Reggiani tardarono poco a difingannarfi (¿). Nè quelli voleano KegUn/i Per Padroni i Pii, nè quelli i Fogliani e Manfredi ; da tale fpe-Tem. ,8. ranza molli s’erano dati al Re di Boemia; ma il Re per danari Rer. Italie. ]j confermò per fuoi Vicarj in quelle Città; e il più bello fu, che il danaro pagato da effi, per continuar nel dominio , fu cavato con una colta meifa alle borfe del medelìmo Popolo, il quale li volea deporti. Accadde in oltre, che venuto erto Re Giovanni a (b)Moran. Modena (¿), lì portò accompagnato dal Marchefe di Monferra-Ctm°nf t.Uxi t0 5 e dal Conte di Savoia nei dì 16. d’Aprile a Caftelfranco ad Rer. haiic. un abboccamento col Cardinale Legato Beltrando dal Poggetto . T°om^xif'Ebbero ^ra l°ro un lungo fegreto colloquio; e perchè non ballò Rcr. itali:, quel giorno a fmaltire tutti i lor intereffi, nel dì feguente tornarono a vederfi in Piumazzo, e non fu men lungo dell’ altro il ragionamento loro . Non trafpirò di che trattaffero ; ma feguirono fra loro molte finezze, e un buon concerto ; e furono olfervati partirli 1’ uno dall’altro molto allegri e contenti. Ballò quello, perchè allora i Principi d’ Italia apriffero gli occhi, e prendeffe-ro in diffidenza non folo il Boemo, ma il Papa fteifo, deducendo da quelli andamenti, che fofiero ben d’ accordo e collegati infieme erto Pontefice e il Re ; e che le lor mire foffero di affor-bire , fotto lo fpeciofo titolo di metter pace, 1’ Italia tutta . I primi dunque a far argine a quelli occulti difegni, furono, i Mar-chefi Efìenji Signori di Ferrara, Majìino dalla Scala Signor di Verona, e d’ altre Città, i Contagili Signori di Mantova, ed Visconte Signor di Milano, tutti molto adombrati all’ offer-vare quali in un momento crefciuta cotanto la potenza del Re Giovanni in Italia, e la fua unione col Legato Pontificio. A quello fine nel dì 8. d’Agofto rtabilirono fra loro in Caftelbaldo una Lega difenliva ed offenfiva. Anche i Fiorentini adirati non folo per quello contra del Boemo, ma anche perch’era Figliuolo d’Arrigo VII. già lor fiero nimico, e perchè avea lor tolto per così dire di bocca il tanto fofpirato acquirto di Lucca, s’accollarono nell’Anno feguente a quella Lega; anzi moffero tanti fofpetti in cuo-