18 Annali d5 Italia; (;) Chronic. Anno Alberto Scotto Signor di Piacenza (a) , dappoiché colle iue Tom^x s’era tirata addoffo la nemicizia de’Popoli circonvicini, fat- Rer. Italie, ta orte contro a i Pavefi, prefe alcune loro Cartella, e diede il pChr°"‘tin Suafto Pae^e: ne^a qual occafione i Parmigiani mandarono in Tom.^xvi. aiuto di lui cento uomini d’armi da due cavalli 1’ uno. Ma nel Rer. Italie, Maggio appreffo i Pavefi , Milane fi, Lodigiani, Vercellini, Novaresi, Cremafchi, eComafchi, Giovanni Marchefe di Monferrato, un Figliuolo del medefimo Alberto ribello del Padre , entrarono dalla parte del Pavefe con un grorto efercito fui Piacentino , e fermato il campo a Fontana cominciarono a taccheggiar il paefe fin quafi alle porte di quella Città . In aiuto dello Scotto fi morte Matteo da Correggio, Fratello di Giberto Signore di Parma, con tutta la cavalleria e fanteria Parmigiana . Vi corfero ancora gli Alertandrini , Tortonefi, ed Artigiani, e Galea^o Figliuolo di Matteo Visconte. Erano ufeiti anche i Cremonsfì con-tra di Piacenza, ma fi fermarono, perchè i Mantovani e Veronesi minacciarono di aifalire il loro dirtretto. Non oftante quefta gran morta d’armi, niun combattimento feguì, e il tutto fi ridurti a guaiti e faccheggi. Ma sì gravi nemicizie di Alberto Scotto faceano ftar malcontenti i più de i Piacentini, perchè ne pagavano erti il fio ; e però nel Mefe d’Agorto tentarono di deporlo. Prevalfe egli, e rimafero morti e banditi molti de’congiurati, e nominatamente due della nobil cafa de’Confalonieri , le cafe de’ quali, ficcome ancor quelle de’Visconti Piacentini, furono atterrate. Tornarono pofeia nel Settembre i Collegati fopradetti dalla parte di Cremona a guaita re il Contado di Piacenza fino alle porte della Città , con fare immenfo bottino . E nel Novembre tollero il Cartello di Rivalgerio, e la Città di Bobbio, che dianzi ubbidiva a Piacenza. Difperati per tanti danni i Piacentini , fi rivoltarono quafi tutti contra di Alberto Scotto . Sotto colore di fortenerlo accorfe colà Giberto da Correggio Signor di Parma con tutta la fua gente e milizia j e andò a finir la faccenda in un giuoco di mano, perchè il Correggiefco configliò lo Scotto a ritirarli per ora in Parma ; e da che fu partito , Giberto fi fece proclamar Signore di Piacenza da alcuni di que’Cittadini e da tutta la gente fua. Così una volpe cacciò l’altra. Ma ebbero corti i piedi le contentezze e frodi del Correggiefco . I Piacentini, che non voleano aver cacciato un Padrone per averne un altro, tutti un dì diedero di mano all’armi, gridando Popolo, Popolo, e bifognò che Giberto s’affrettafie a fcapparfene a Parma. Fu