Anno MCCCXXXV. i 29 •aire. Fece egli alquante mutazioni in quel governo , riftrignen-do la libertà del Popolo. Nel fuo paleggio ebbe grandi'prefetti ed onori da i Pifani, i quali in quefti tempi fi trovavano in gravi affanni , offendo che Don Alfonjo Figliuolo di Giacomo Re d’Aragona e Catalogna , paflato con buona armata in Sardegna, andava loro togliendo a poco a poco tutti i Luoghi poffeduti da effi in quell’ Ifola, e diede loro anche nel Mefe di Maggio dell’ Anno preiente una rotta a Cartello di Cattro. Per concerto fatto nel dì 3. di Marzo ( a) veniva il Vicario del Re Roberto a ripigliare il (a) Giovata poffeffo di Piftoia; ma fu forzato a tornarfene vergognofamente , indietro , perchè affalito per iftrada dalle genti di Filippo de Te- ift'or. dici, il quale in queft’ Anno appunto tolfe la fignoria di PiftoiaTom- XL nel dì 24. di Luglio ad Qrmanno Tedici Abbate di Pacciana fuo er' uuc' Zio, e fe ne fece egli Signore, e conchiufe una tregua con Ca-firuccio Signore di Lucca", pagandogli ogni anno tre mila Fiorini d’oro di tributo. Adirati i notili Padovani (¿), ijDezialmente i Carrarefi , contra di Cane dalla Scala, tanto fecero, che traffe- Tomi'xi'i.' ro in Italia il Duca di Carintia, e Ottone Fratello del Duca d’Au- Rer. Italie. ftria, per ifperanza di mettere un buon collare al collo d’effo Meffer Cane . Vennero quelli Principi con ismifurato efercito di Cfoonìc!' cavalleria Tedefca ed Unghera , che fi fece afcendere al nume-Patavin- ri j T 0 ÌZ ^ t / r ro di quindici mila cavalli. Diedero coftoro il iàcco al Friuli per ltalk[ dove paffarono. Arrivati nel dì 3. di Giugno a Trivigi, vi confumarono tutto. Prima ancora che arrivaffero fui Padovano , a furia fuggivano i miferi contadini di quel paefe, perchè informati, che coloro, dovunque giugnevano , facevano un netto, bruciavano, nè rifpettavano Donne , nè Monache. Nel dì 21. d’ef-fo Mefe con quella diabolica Armata arrivò il Duca di Carintia a Padova, e nel dì feguente cavalcò a Monfelice, Oh qui sì, che c’era bifogno di fenno a Cane dalla Scala. Non gli mancò in effetto. Unì quante genti potè, (c) Obi^o Marchefe d’Ette e Si- (c) Ckronk: gnor di Ferrara, con gran copia di cavalli e fanti Ferrarefi corfe a Verona in fuo aiuto . Milanefi , Mantovani, Moclenefi , aneli rT.1u.Hc, effi volarono colà, e tutti fi pofero a guardar le fortezze. Ma Cane non ripofe già la fua fperanza in quefti combattenti. Perfuafo egli della verità di quel proverbio : Miglior punta ha l’oro , che il ferro: non tardò a fpedire Bailardino da Nogarola ed altri Am-bafeiatori., allorché il Duca fu giunto a Trivigi, e fuffeguente-mente in altri Luoghi tenendolo a bada con propofizioni d’ accordo , e con altri raggiri ; e finalmente efibire groffiffime fomme di i omo Vili. I da-