Anno MCCCXCII. 437 incóntro ( a ). Difputandofi in quell’accordo, chi ne farebbe ga-(a) Bonìn-rante , Guido Tommaji Ambafciator Fiorentino la finì con dire : j"^xxi. (b) La fpada farà mallevadrict per tutti . Ma poco fidandoli i Rer, haiic. Potentati d’Italia del Visconte , Principe, che colle forze grandi 00^ A™mì' univa poca fede per la cocente voglia di dilatar le fimbrie, volle- 'firen- !. >6-ro afficurarfi in avvenire contro i di lui tentativi . Francefco Gonzaga Signore di Mantova quegli fu, che più de gli altri fi mofTe. Andò a Roma, Firenze, Pifa, Bologna, e Ferrara,, e formò una fegreta Lega di tutte quelle Potenze , la quale conchiufa in Bologna nel dì undici d’Aprile, accrefciuta nel progreffo, finalmente nel dì otto di Settembre fu gridata in Mantova , e fi fcoprì, che v’ erano entrati anche Francefco Novello da Carrara, ed A-forre, o fia Euflorgio de Manfredi Signore d’Imola. N’ebbe gran rabbia Gian-Galeazzo Visconte , il quale in quelli tempi attefe a fabbricare il fortiffimo Cartello, che tuttavia fuffille nella Città di Milano, ed ebbe nel di 23. d’elio Mele la confolazione di veder nato da Catterina fua Moglie un fecondogenito, a cui fu porto il rrome di Filippo Maria (c). Nè fi vuol tacere, che di mol- (0 Cfoonia te infidie furono tefe al fuddetto Gonzaga nel fuo ritorno da Ro-ma -, il perchè fu neceffitato a venir per mare in Tofcana , e di Rn. Italie. là a Firenze e Bologna . Gli facea la caccia il Conte di Virtù. Comincio’in quell’Anno il giovinetto E e Ladislao a tentar fua fortuna contra dell’emulo fuo Re Lodovico, ('d) Nel dì dieci {à) Giornali d’ Aprile fpedì le fue genti allo fterminio della potente Cafa de’ Tomxxi Sanleverini, che teneva gran fignoria in Calabria. Andarono Refitalici ben fallati i fuoi conti; imperciocché fentendo quella morta i San-feverini, cavalcarono un dì e una notte con fare fettanta miglia ( fe tanto fi può fare ) e full’ alba aifalirono il campo nemico, che a tutt’ altro penfava, con isbarattarlo, far molti prigioni, e guadagnar buon bottino. Si contarono fra i prigioni Ottone Duca di Brunsviclv Principe di Taranto, ed Alberico Contee di Barbiano . Corto al primo il rifeatto non più di due mila Fiorini d’oro • non più di tre mila all’ altro , ma colla promefl# di non militare * per dieci anni contra di loro. Affai danaro fi ricavò dall’altre perfone di taglia , fe vollero confeguire la libertà. Lorenzo Bon-incontro (e) riferifee più tardi quello finiftro avvenimento,^)^.., per cui il Conte Alberico venne poi a militare in Lombardia ! Andò il Re Ladislao a Roma nel dì trenta di Maggio^ dove im- naL To■ eod' menfi onori gli furono fatti. E perciocché la Regina Coflanza già era venuta in ifprezzo ad erto Re , ed era fu c ceffi vani ente Tomo Vili, E e 3 man-