312, Annali d* Italia. nella terribiliiTima Pelle del 1348. non potè guardarli da quella, e ne rimafe defolato per la gran perdita di gente. In tempi di guerra la Pelle (guazza , e va fenz’argini dovunque vuole. Galea^o Visconte lì ritirò a Monza , Bernabò a Mari-gnano , e vi lì tenne con tal guardia e ritiratezza , che corle dapertutto, e durò lungo tempo la voce, che folle morto. E-(a) Johann, fenti da quella calamità ne andarono in quell’ Anno ( a ) Mode-* chr^niY.*0 na> Bologna, e la Tofcana; ma in Venezia incredibil fu la Tom. xv. moria di quel popolo, e fra gli altri vi lafciò la vita nel dì (ÍT Canfín IZ" ^ Luglio ( b) Giovanni Delfino Doge di quella Repubblica;/ 'ca, in cui luogo fu eletto Lorenzo Celfo , giovane quanto all’ Tom. xil. età, ma vecchio per la fua faviezza e prudenza . In quell’ Rer. Italie, ^nno nella notte del dì 2. di Novembre venendo il dì terzo , pafsò al paefe de i più Aldrovandino Marcheje d’Elle, Signor (c) Chronìc. eli Ferrara, Modena, Comacchio , e Rovigo (c). Benché la-Tom^ XV un figliuolo legittimo, cioè Obi^o IV. pure il Marcheje Rcr. Italie. Niccolò fuo Fratello prefe le redini del governo di tutti gli Stati fenza contradizione alcuna. Per difeordie nate nell’ Agolto di (¿) Matteo quell’Anno (d) fra Bocchino Signore o Tiranno di Volterra, e £?¡ Francefco de’Belfredotti fuo parente, fi fconvolfe tutta quella Città. Corfero immediatamente al rumore i lelli Fiorentini, e tanto feppero fare, che elìì di volontà del popolo occuparono la lìgnoria eli quella Città con gran difpetto de’ Pifani e Saneli. Nel Mefe d’Ottobre anche a i Saneli riufeì di fottoporre al loro comando Monte Alcino. Anno di Cristo mccclxii. Indizione xv. di Urbano V. Papa i. di Carlo IV. Imperadore 8. FU chiamato in quell’Anno da Dio a miglior vita Innocenzo VI. fommo Pontefice in Avignone (e), eflendo fucce-ìnnocenùì duta la di lui morte nella notte del dì 12. venendo il 13. del Tom. ili. Mefe di Settembre , dopo il contento d’avere intefo, che i Ro-Rer. haiic, mani prima ribelli gli aveano data la libera Signoria della Cit-UnTlib Vn'tà Con P.att0 ’ C^e ^ Cardinale Alborno^ non vi avelie ufizio o Cdp. ,6. giurisdizione alcuna. Se men amore avelie egli avuto per li fuoi parenti, o lìa men cura d’ingraíTarü, così lodevoli furono l’altre fue operazioni, che fra gli ottimi Pontefici avrebbe potuto pren-