Anno MCCCXXX1I. ijj Vìva Majlino dalla Scala, fi credevano affai ficuri al fapere, che lo Scaligero era gran Caporale della lor fazione ; ma refta-rono ingannati. Martino, che non afcoltava fe non i configli delia propria ambizione, li fagrificò all’odio de’Guelfi ( così d’ accordo ne’patti ) cioè perniile , che per tre giorni i Guelfi in-fienfiero contra d’effi Ghibellini (a), molti de’quali rimafero (a) Chronk. uccifi , e gli altri forzati a fuggire fiiori della Città . Una gran je^n'fUI percoffa ebbe in tal congiuntura la già sì potente Famiglia de’ Rer, ¡1auc, ' Maggi. Così la nobil Città di Brefcia venne in potere de’Signori dalla Scala. Sconvolta era eziandio la Città di Bergamo per le fazioni civili. (b) A^o Visconte Signor di Milano nel Mefe di 0?) Guah. Settembre fi portò coll’ efercito fuo colà , e nel dì 27. di quel Mefe , ( non so, fe per affedio , o per amichevol trattato ) ne Tom. xii. acquiftò la fignoria, togliendola alle genti del Re di Boemia. Nella Cronica Eftenfe (c) è fcritto, che vi perirono molti dell’ Ejicnfe T. Armata fua. Egli poi v’introduffe i Rivoli ed altri fuorufciti, far- Italie. e volle che forte pace fra tutti: dal che gli venne gran lode. Erafi moffo da Parma Carlo Figliuolo del Re Boemo, per dar foccorfo a Bergamo ; ma per paura di azzardar troppo, fe ne tornò indietro. Nello fteffo Settembre (d) il Visconte, gli Se a- Giovai ligeri , i Marchefi Elìenfi , e i Gonzaghi ftrinfero la Lega colnl Villani Comune di Firenze, e col Re Roberto-, tutti contro al Bavaro, llb’l0-c-203-* e al Re di Boemia, e a chi deffe loro aiuto e favore, facendo- li gl’ Italiani fegni di croce al mirare in lega Potenze , dianzi sì nemiche, e di mire affatto oppofte. Penfavano anche i Marchefi Eftenfi alla conquiffa di Modena, deffinata ad erti in lor parte. Nè mancava la pazza difeordia di malmenare ancora quefta Città. Già ne erano efclufi e fuorufciti i Nobili Ran-goni, Gradoni, Bofchetti, e Signori di Salinolo. Nel Gennaio di quell’Anno erano fiati mandati a’confini altri Nobili, (e)re) Johann ed altri verfo il dì 22. di Giugno malcontenti fe ne fuggirono , de Bacino RitiroiR Niccolò da Fredo a Spilamberto, e quei dalla Miran- chron-Ma-dola e da Magreta alle lor Terre, che fi ribellarono contraxkrJ.°iÌ. della Città . Sul fine di Settembre Rinaldo Marchefe d’Efte con Alberto dalla Scala, e Guido da Gonzaga entrò fui Modenefe , Guarnito d’un copiofo efercito; mife 1’affedio al Cartello di S. elice con fette mangani, che continuamente flagellavano quella Terra. Nello fteffo tempo il groffo della loro Armata ven-«e fino a i Borghi di Modena, prendendo vari Luoghi fra la Tomo Vili. M Sec-