Anno MCCCXLII.
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di cinque anni e fette mefi (a) Cotto la Tutela di Giovanni Duca, (a) fateli di Randazzo, fuo Zio paterno, il quale, eifendoiì ribellata Mef- dQReb2' fIC‘ fina, e data al Re Roberto, accorte a tempo, e la rimife fotto l’ubbidienza del Nipote. Il Villani (b) dà quefta gloria a Gugliel- (b) Giovan. mo altro Zio del Re novello .	ruian.i. a.
  Già s’ è veduto, come Lodrifio Visconte fu il primo a dar e-<ap' '3' iempio ad altri di formar delle Compagnie di foldati masnadieri e ladri. La comporta da lui andò prelfo in fumo. Se ne formò un’altra picciola fotto il comando di Malerba Capitano Tedefco,
il	quale pafsò a i fervigi di Giovanni Marchefe di Monferrato.
Nell’Anno prefente avvenne di peggio. Correvano i Tedefchi al foldo de gl’ Italiani, ed ora a quello , ora a quel Principe fer-vivano , ma con fedefempre incerta, non mantenendo erti le promette , fe capitava un maggiore offerente. Fu licenziata una gran frotta di coftoro dal Comune di Pifa . Guarnieri Duca di non so qual Luogo in Germania, fecefi capo di quella gente; molto più x ne raunò eia altre contrade d’Italia, e vi fi unirono anche affaitti-mi Italiani: con che fi formò una Compagnia, da gli Storici To-fcani appellata Compagna, di più di tre mila cavalli, e di copio-fa moltitudine di fanti, meretrici, ragazzi, ribaldi: gente tutta beftiale , fenza legge , fol volta a i Taccheggi, a gl’ incendj, a gli ftupri. Guai a quel paefe, dove giugnea quefto flagello. Prima de gli altri a farne pruova fu il territorio di Siena, (c) Li ^ chtonì-mandò in pace quel Popolo collo sborfo di due mila e cinquecen- ca Sanefe to Fiorini d’oro. Portarono il malanno fopra il diftretto di Città I0' xrK.. di Cartello, d’ Affifi , e d’altri Luoghi. Il Duca d’Atene, i Perugini, ed altri Popoli coll’eforcismo d’alcune migliaia di Fiorini fecero pattare quefto mal tempo in Romagna . (d) Nel dì 7. di (d) Chronie. Ottobre arrivò effa Compagnia, chiamata da gli Scrittori la gran Cafen-Compagna, a Rimini, e gran danno fece a quel diftretto. LrafiTRem/. hJlk. ribellata la Città di Fano a Malatejla Signore d’effo Rimini; e benché vi accorreffe Pandoljo fuo 'Figliuolo ; e pel Cartello, che (e) Chronie. fi confervava tuttavia alla fua divozione, ufeito a battaglia co i ^xviil Cittadini, molti ne uccideffe : pure non potè ricuperarla Città . r7.'Italie."
11	perchè Malatefta avendo prelo al fuo fervigio quella beftial Compagnia , verfo il dì 6. di Dicembre andò all’ attedio di Fano, la qual Città fe gli arrendèpofeia nel dì 13. d’effo Mefe. Di gran faccende ebbero, e di molti parlamenti fecero in Ferrara Obiffo Marchefe d’Efte, Maflino dalla Scala, e Taddeo de Pepali Signor di Bologna, o prevedendo o fentendo già le minaccie, che
                                                                  quel-