4©6 Annali d’ Italia; 10 di Trezzo, edificato da lui lteffo, dove per più di fette mefi ebbé agio di riconofcere l’illabilità delle grandezze umane, e di chiamare a i conti la cofcienza fu a. Fugli poi dato 11 toiììco , e nel dì 17. o pure 18. di Dicembre contrito de’iùoi molti peccati terminò i fuoi giorni in età di feffantafei anni. Fece Gian-Galeazzo, per chiarir ben la fua morte, portare a Milano il di lui cadavero , dove gli furono fatte sì folenni efe-quie, come fe foife morto Signore di Milano, fe non che non avea lo fcettro in mano. Gli fu poi data fepoltura in S. Giovanni in Conca, dove tuttavia fi mira la ilatua fua a cavallo. Potrebbe taluno maravigliarfi, come di tanti Principi, a’quali avea maritate Bernabò le fue Figliuole, niuno alzane mai un dito per aiutar lui, o i fuoi Figliuoli. Ma così potente quali in un momento divenne Gian-Galeazzo, che non osò alcuno d’ affacciarli ; e poi a debil canna d’ordinario s’attiene, chi fi fida delle parentele. Per altro Galeazzo fapea l’arte di governar popoli. Confolò ogni Città col diminuir le loro contribuzioni e gabelle, accordar que’Privilegi, che gli erano chieili, levar gli abufi paffati, e far ininiftrare buona giustizia ad ognu- (a'.Gazata no. Il Gazata (a), che fioriva in quelli tempi, racconta, aver ^Ts'tnì'xvill. ridotto l’aggravio di mille e ducento Fiorini d’oro, che pa-Rer. Italie, gava il popolo di Reggio ogni mefe, a foli quattrocento : eon-chiudendo, eh’ egli traffe dall’ Inferno le Città già fuddite di Bernabò, e le mile in Paradifo. La tirannia, la crudeltà, e il troppo falaffare i popoli, non furono mai il vero mezzo per continuare o propagare i dominj. Fu in quell’ Anno guerra nel Friuli. Avea Papa Urbano conferito il Patriarcato d’Aquileia in Comenda a Filippo cT Alandone della Reai Cala di Francia, Cardinale Vefcovo di Sabina, (b) Carefia. q fua. creatura, (b) S’ebbero a male quei d’Udine, perchè Vinti!" Chiefa cotanto infigne, e fornita di sì nobil Principato, foffe ri-Tom. xil. dotta alla condizion di tante Badie, allora date in Comenda, RerQ^tarì' c*°^ *n Preda a i cacciatori di beni Ecclefiallici, fenza dar Jfi. dì Pad. loro un vero Patriarca. Però noi vollero accettar per Signore ; R°m'il'Uc e Poc^ furono que’Luoghi, che a lui fi fottometteffero . Si ven-' ' ne perciò affarmi. Ricorfe il Cardinale a Francefco da Carrara Signor di Padova, ficcome confinante per la tenuta di Trivigi, Ceneda, Belluno e Feltro, anzi fece a lui raccomandare da Papa Urbano la protezione de’ fuoi affari. Perchè la brama o avidità di accrefcere i proprj Stati è una febbre innata in tutti i Domi-