Anno MCCCC. 475 Franchi Lufiardo nel grado di Capitano. Non celiarono per quello le rifle e fedizioni fra quei di Guarco, di Montaldo, gli A-dorni, e Campofregoiì. Tuttavia tenne faldo il luo grado il fuddetto Badila fino al fine dell’Anno prefente. Videfi intanto comparire a Venezia Manuello Paleologo Imperador de’Greci , (a) Gataù che fu ivi con rara magnificenza accolto. Paisò a Padova ( a ), Ifior-dove con grande onore incontrato da Francefco da Carrara, e da ¡ulic¡ Niccolò Marche/è di Ferrara, che s’era apporta portato colà, fe (b ) Annata n’andò pofcia a Pavia ( ¿) a trovare Gian-Gateado Viscoute“"^_ Duca di Milano, e di là poi fi trasferì in Francia. Il motivo Rer.'itaiu.' del fuo viaggio era per chiedere foccorfo a i Principi Criftiani d’Occidente contro la potenza de’Turchi, la quale minacciava oramai lo ilerminio totale all’ Imperio de’ Greci. Poco profitto ne ricavò egli. Sua fortuna fu, che il gran Tamerlano Imperador de’Tartari il liberò dall’oppreflìone di Baiacene Imperador (c)Gobdinus de’Turchi . L’Anno ancora fu quefto (c), in cui contra di Ven- de ceslao Re de Romani fi follevò buona parte de gli Elettori e de’ s. Antonia. Principi dell’imperio. Era egli venuto in difprezzo a tutti , non61 aln' avendo mai attefo ad altro, che ad imbriacarfi fra continui banchetti , perduto nell’amore d’una mulinaia, fprezzator d’ogni legge , e folito per leggieri motivi a far morire perfone di merito, e fin de i Vefcovi. Perciò fu prefa la rifoluzion di deporlo, come perfona inetta al governo. Si pretendeva , eh’ egli aveffe pregiudicato all’imperio, col crear Duca di Milano Gian-Ga-leazzo Visconte, e molto più per avere abbandonata l’Italia, permettendo, che efìo Duca 1’ andaife a poco a poco ingoiando. Papa Bonifacio IX. anch’egli fi dichiarò contra di lui, perchè non fi dava penfiero alcuno, come Protettor della Chiefa, per eftinguere lo Scisma. Fattene anche varie doglianze dagli Elettori al Papa, 1’avea quefti più volte paternamente ammonito a mutar vita ; ma vedendo che predicava al deferto , finalmente lafciò in libertà gli Elettori di provvedere, come averterò creduto il meglio. Pertanto, dopo le citazioni, nel dì 20. d’Ago-ilo raunati i Principi efpofero la dappocaggine, e tutti gli altri di lui reati, e pofcia vennero alla fentenza della deposizione con eleggere in fua vece Re de’ Romani Federigo Duca di Bruns-vich, il quale non giunfe alla Corona Germanica, perchè da una congiura gli venne tolta la vita. Si pafsò all’elezione d’un altro, e quella cadde in Roberto Conte Palatino del R< e