5é Annali d* Italia. rono in efilio, nè mai più ritornarono in Milano. Non fi teppe mai bene la verità di quello fatto . Fu detto, che i Torriani veramente aveano congiurato, e che nel dì feguente dovea fcop-(aì Johann-. piar la lor mina, (a) Ma i più credettero, e con fondamento, c! c^e cIue^:a forte una fottile orditura dello fcaltro Matteo Viscon- Rer. Italie, te per atterrare i Torriani, ficcome gli venne fatto, con finger-VManCl*11 ^ Prima unit0 } e con pofeia abbandonarli nel bifogno. cap.“n. ^’Nulladimeno, contuttoché egli fi faceffe conofcer fedele in tal Ferretus congiuntura ad Arrigo, da lì ad alquanti dì l’invidia di molti Grandi Milanefi, e il timore, che Matteo tornafle al Principa-Rer. Italie, to e fi vendicafle di chi l’avea tradito nell’Anno 130Z. cotanto poterono prerto Arrigo, che Matteo fu mandato a’ confini ad Arti, e Galeazzo fuo Figliuolo a Trivigi. Poco nondimeno flette Matteo in efilio. Il fuo fedele amico Francefco da Garbagna-te, fatto conofeere al Re, che per fini torti aveano gl’invidio- (b) Annaies fi allontanato da lui un sì favio Configliere, ( b ) cagion fu, Tom°lxvi C^ie ^rfig0 ne^ dì 7. d’Aprile il richiamò e rimife in fua Rer. Italie. grazia. Gran terrore diede alle Città Guelfe di Lombardia la caduta de’Torriani Guelfi. Lodi, Cremona, e Brefcia per quello alzarono le bandiere contra d’Arrigo. Per confeflìone di Giovanni Villani, i Fiorentini e Bolognefi con loro maneggi e danari fofìiarono in quefto fuoco. Antonio da Fifììraga Signor di Lodi corfe colà, ma ritrovata quivi dell’impotenza a follenerfi per la poca provvifion di vettovaglia, tornò a Milano ad implorar la mifericordia del Re, e per mezzo della Regina, e di Amedeo Conte di Savoia l’ottenne. Mandò Arrigo a prendere il poflèflo di quella Città, e v’introdurte tutti i fuorulciti; pofeia nel dì 17. d’Aprile coll’Armata s’inviò alla volta della ribellata Cremona . S’era imbarcato quel Popolo fenza bifeotto j e ciò per la prepotenza di Guglielmo Cavalcalo Capo della fazione Guelfa, il quale avea fatto fconfigliatamente un trattato col fallito Guido dalla Torre. Sicché all’udire, che il Re veniva in per-fona con tutte le fue forze, e con quelle de’Milanefi contra di Cremona, fe ne fuggì. Sopramonte de gli Amati, altro Capo de’Ghibellini, uomo favio e amante della Patria, allora confi-gliò di gittarfi alla mifericordia del Re. Venne egli co i principali delia Nobiltà e del popolo fino a Paderno dieci miglia lungi da Cremona j e tutti colle corde al collo inginocchiati fulla ifrada, allorché arrivò Arrigo, con pietofe voci e lagrime im-