Annali d’ Italia» ze al Tribuno. Ma egli meffo in armi il popolo , con tal empito il fece ufcire contra di loro, che li mife in ifconfitta colla morte di Stefano , Giovanni, e Pietro dalla Colonna , e d’ altri Nobili, e di molti delle loro masnade . Salì per quefio in alto la gloria e la riputazione di Cola. Era già riufcito a i Miniftri o partigiani di Lodovico Re d’Ungheria di muovere a ribellione contra della Regina Giovanna T Aquila, Città benché nata a’tempi di Federigo II. Augufto, pure pervenuta da lì a non molto ad un’ ampia popolazione e po-(,) ^tenza (d) . Erano in diicordia i Reali di Napoli; ma cotante provi^ Va™" meiFe furono fatte a Carlo Duca di Dura zzo , che s’induiTe a pren-T om, xn. dere il bafton del comando per procedere controde gli Aquilani, ^Giovd-ini ^e11116 egli coll’efercito fuo affediata per tre meii, ma indarno, vuian. 1.12. quella Città • Intanto venuto in Italia il Vefcovo di Cinque Chie-cag. 88, fe con ducento Nobili Ungheri ben in amefe , e con danaro affai, affoldò molta gente nella Romagna e nella Marca; ebbe non pochi aiuti da Ugolino de Trinci Signor di Foligno, e da iMalate-fìi Signori di Rimini ; e con circa mille uomini d’armi e nume-rofa fanteria andò ad unirli con altri mille cavalli e fanti, già af~ foldati nell’Abbruzzo per parte del Re Lodovico d’Ungheria. Il timore di queiF Armata fece sloggiare di fotto Ì’ Aquila gli affe-diatori ; e tanto più perchè fucceduto nel medefimo tempo il Matrimonio della Regina con Luigi Principe di Taranto, il Duca di Durazzo delufo , e mal foddisfatto non volle più guerreggiar contra de gli Ungheri . Seppero ben prevalerfi di tal difcordia i Capitani del Re Lodovico, perchè pofto l’affedio alla Città di Sulmona , fenza che alcuno ne tentaffe giammai il foccorfo, fe ne impadronirono nel Mefe di Ottobre, continuando poi le loro conquide fino a Venafro, Tiano, e Sarno . Arrivò nel Mefe di Novembre Lodovico Re d’Ungheria nel Friuli ad Udine, fenza che ficuramente fi raccolga da gli Scrittori, eh’ egli menaffe con feco hinn U!1 efercito potente . Forfè non avea più di mille cavalli. Perchè de Baiano' era *n colera co i Veneziani, non accettò il loro invito, (b) Ono-Tom. ij. revolmente ricevuto a Cittadella da Jacopo da Carrara Signore di R"'chromcon PdCl°va i principio di Dicembre , pafsò a Vicenza e Verona, Efcnfe dove Alberto e Ma/lino dalla Scala fplendidamente il trattarono, t'om. eodem. COn dargli ancora trecento de’ lor cavalieri, acciocché l’accompa-a Napoli - Per Oftig'tia venuto a Modena, fu incontrato **p. ioó. con tutto onore da Obi^o Marchefe d’ Efte , che non fu da meno de gli altri in fargli un nobile trattamento. Fuorché in Imola e Faen-