Anno MCCCLXXXVII. 417 cefco da Carrara, iì può facilmente intendere. Per isbrigarfi da un debile nemico, fé n’ era tirato addoffo un più potente , e il principio della fua rovina. Non dovea egli avere mai letto., cofa folle la Società Leonina. La Regina Margherita tenne in quell’Anno la Città di Napoli riilretta per mare . Era quel popolo lenza vettovaglia, (a) L’induilria e il valore di Otto-(a.) damali ne Duca di Brunsvick e Principe di Taranto foilenne quella Città in maniera , che fu provveduta, e fchivò il pericolo di render- °Re'r.Italie. lì. Ma inviato dal Re Lodovico Monjìgnor di Mongioia per Viceré e Governatore di quella Città, Ottone di ciò disguilato fi ritirò colle fue genti a Sant’Agata, e pafsò a’ fervigi del Re Ladislao . Il Cartello dell’Uovo reflava tuttavia in potere della Regina Margherita Madre d’erto Ladislao. Voglioio intanto Gian-Galea^jo Visconti di confervare ed accrefcere la fua parentela colla Reai Cafa di Francia, (b) diede nell’Anno prefente in (b) Annui. Moglie Valentina fua unica Figliuola a Lodovico Duca di Ture-na Conte di Valois, e Fratello del Re di Francia; parentado , Rer. Italie. ch’egli più torto comperò, perchè diede in dote al Genero, ed immediatamente confegnò la Città d’Arti con .varie Ca- jom, rtella del Piemonte. Dicefi, che ne furono malcontenti gli Artigiani. Se ne ricordi il Lettore , perchè vedremo quello Matrimonio origine di gravi fconvolgimenti nello flato di Milano. PreiTo Benvenuto da S. Giorgio (c) fi legge lo Strumen- (c) Benve- io dotale d’erta Valentina coll’enumerazione di tutti i Luoghi Q^rg?o. S’ ceduti dal Visconte ad erto Lodovico fuo Genero. Chron. del Monferrai. Anno di Cristo mccclxxxviii. Indizione xi. Rer. Italie. di Urbano VI. Papa 11. di V E N c E s L A O Re de Romani .11. Fisso flava Papa Urbano nel proponimento fuo d’ertere nemico a tutti e due i Re litiganti pel Regno di Napoli, cioè a Ladislao di Durarlo , e a Lodovico 11. d'Angiò , lufingan-dofi egli di poter conquiftare quel Regno ( per ilio Nipote, co-(d)Raynau-me fu creduto ) dicendo d’ erterne egli fblo il padrone (d). Qer-d“*^nnal' cò aiuti da Martino e Maria Re di Sicilia; artbldò ancora molte - foldatefche in Tofcana e nel Patrimonio; e morteli in fine da<'icus de Perugia per accollarli maggiormente a i confini di Napoli. Ma ^còbeimui precipitato a terra nel viaggio dal mulo, eh’ egli cavalcava, e in Cosmodr. Tomo Vili, Dd feri'