XII » to Card. Legato, affin di tenere in dovere le Città dello Stato Eccle-» fiaitico, che ribellavano, ufa la diihnzione al Re Roberto di chiamar- • » lo capo, e protettore de' Guelfi: 1’an. 1326. capi primarj de Guelfi chia-» ma eiTo Re, ed il Pontefice, colla differenza, che quelli—non ardiva » di muovere un dito, fe non glie ne dava licenza il Re Roberto ( an. » 1 324. )—: e l’an. 1339- chiama Giovanni XXII., già morto gran ca-» porale de' Guelfi. In fomma nè il Pontefice, nè chiunque gli diede aju-» to a confervare alla Chiefa, e allTmperio i loro itati, e a liberarli » dalle frequenti itivafioni de’Signori Italiani, fa altra figura in quelli » Annali, che di capo di Fazione. » Si fofTe almen contentato di tanto l’Autore. Ma no. S’è egli porto »in capo di formare un carattere a quelli capi Fazionarj, che abbia a » dar rifalto a’Ghibellini. Cominciò fan. 1317. dalla creazione di Gio-» vanni XXII, rilevandone la baffa nafcita, defcrivendo le male arti, con » cui s’innalzò prima al Vefcovado di Frejus, indi al Cardinalato, e fi-» nalmente alla fòmrna dignità di Pontefice, tutto per opera Regia, on-» de afferma, che il Re Roberto faceva allora da Papa, fuggerendo a » Giovanni, come avea già fatto a Clemente, di far da padrone in Ita-» lia, vacante Imperio. Accadde l’anno feguente 1318, che Genova fem-» pre afflitta per l’implacabil difcordia de’Cittadini, e moleftata allora » da’Ghibellini Doria e Spinola, fi diede al Pontefice, e al Re Roberto » per dieci anni: fopra di che il Sig. Muratori così la dilcorre:— Fu da-»> ta a lui, e infieme a Papa Giovanni la fignoria affoluta di Genova »> per dieci anni avvenire. Era un’apparenza quella compagnia del Pa-» pa. Roberto fe ne ferviva per far paura a i Ghibellini, e per maggior-» mente afTodar la fua fazione e fignoria in quella Città—. Noi rimettia-» mo il Lettore alle lettere Pontificie preifo il Rinaldi ( n. 34. ) affinchè » conofca, quanto è diverfo quell:’affare, e profeguiamo quel che trovali » preffo il noftro Ahnalirta in derilione del Re Roberto, il quale, lafciato » Tanno feguente Ricciardo Gambatefa fuo Vicario di Genova, andò in » Avignone, ove Fan. 1 3 20--efpreffe il fuo fdegno, e defio di vendicarli, »> giacché a lui pareva un enorme affronto quell’ averlo i Lombardi alfe-« diato, e rilfretto in Genova: perchè doveano quegl’infoienti, dacché » feppero elfer ivi in perfona un Re, colla terta balla andartene con Dio—. » Or qui ci rifovvenga della indubitata erefia de’Capi Ghibellini, già li-» quidata ne’proceifi; affinchè fi ponga nel fuo vero lume la buona gra-» zia del nortro Aniitiliila nel raccontare, come il Pontefice* fé pubblicar » la fcomimica contro loro. »~J1 Card. Legato, egli dice l’an. 1322, Beltrando dal Poggetto » nel luogo di Burgoli^ dell’ Aleffandrino con gran folennità fulminò tut- » te