V »ma delle Città d’ Italia * febbene era ella fconvo Ita 'dalle fazioni, e » fpecialmente dalla Ghibellina, che vantava* molti capi -, e per confe-» guente £ gloriava di molti Principi, i quali poco fa vedemmo qua-»li tutti in Trento congiurar col Bavaro imprudentemente a’proprj » danni. Niuno però iì dia a credere di poter formare una idea chiara » della Storia del xiv. fecolo in quelli Annali. L’autore ileiTo vi s’è per-» duto, e hallimato bene di protellarfene ingenuamente l’^an. 1312.:—1’ » allumo mio inclinato alia brevità non mi permette di più. Il che dico an-» cora per quello che reila della prefente Iiloria, in cui piuttoilo accen-» nero le avventure dell’ Italia, laiciando a chi più ne deiidera, il ricorre-» re a i fonti, cioè a gli Scrittori, che cominciano ad abbandonare inque-» Ilo fecolo, e diffufamente trattano di queili affari—. OnelliiTima pro-» tella, le non l’adempieiTe, ove poco importa a Lettori favj ; e non » la violaiTe poi ne gli affari di maggior premura. Quanto al rinforzo, » che ebbero le due Fazioni in Toicana da quelli de’Bianchi e Neri, » nate in Piiloja nel fine del fecol palTato dalla nobil famiglia de’Can-»> cellieri, Ila maravigliofamente alla proteila. Poiché accenna folo, che »i Neri s’unirono a’Guelfi: e i Bianchi a’Ghibellini: che Piiloja, » Lucca, e Firenze tùron le prime ad effeme infettate-, e fi aggiunlèr »poi alla parte Bianca o Ghibellina, che trionfava in Piiloja, gli A-» retini, i Pifani, e anche i Bolognefi: che i Fiorentini perciò intimori-» ti chiefero a Carlo He di Napoli uno de’di lui figliuoli con gente ar-» mata, ed ebber l’an. 1305. Roberto Duca di Calabria con cavalli e » fanti Aragonefi e Catalani a danno irreparabile di Piiloja: e che qug-» ila Città madre delle due fazioni ebbe varie vicende, ora governan-» dofi a comune, ora fotto 1’ altrui fignoria. Anzi talvolta per la troppa »brevità ci lafcia in dubbio del vero: come fegue Fan. 1322. dicen-» do, che Callruccio Signor di Lucca la ridulle mal grado de’Fioren-» tini a far tregua con lui, con patto che gli pagafle quattromila fiorini »d’oro: e due anni dopo dice, che Filippo Tedici fece tregua col » medefimo, obbligandoli a pagar tremila fiorini. Accenna ancora, co-» me l’an. 1325. quei Cittadini per diecimila fiorini, e altri patti van-» taggiofi fecero loro Signore Callruccio, il quale vi fabbricò un forte “ Cartello, e moleilò poi fempre i Fiorentini: coitie l’an. 1328., quan-» do Callruccio in Roma faceva pompa di que’motti fpiritofi fulla lèta. » cremesì, Filipno da Sanguineto Vicario dei Duca di Calabria gli tol-» fe la Città, ed ei corl'e a ricuperarla: e finalmente come morto Ca-» llruccio de gl Interminelli, e fcreditato il Bavaro l’an. 1329. riacqui-» ilo la fua libertà. Poco diverfamente fi porta il nollro Annasila neli’ » accennare le avventure delle altre Città di Tofcana, fenza però trala-Tomo yIII. h » fciar