404 e di Roma del 1019 per sentirsi condannare quale usurpatore dei diritti altrui. Orso declinò, per il tramite di nunzi, l’invito (1). Il timore dell’ira imperiale, fosse vera o surretizia, giustificava la sua assenza. La protesta aquileiese cadde. Poppone la ribadì con maggior vigore alla sinodo veronese del 1020 (2). Anche questo tentativo fallì per la resistenza passiva delFavversario, ostinatamente contumace. E allora il patriarca aquileiese ristette in aspettativa del momento propizio, che forse presentiva, per risolvere con la violenza armata l’annoso dibattito. L’attesa non fu lunga : forse non più di un paio d’anni. I disgraziatissimi eventi interni, che culminarono nella cacciata degli Orseolo, precipitando la vita veneziana nel disordine, tra il 1022 e il 1023, offrirono pretesto e buona occasione al prelato tedesco per consumare la brutale aggressione, a lungo meditata, contro l’isola gradense (3). Quali siano stati i motivi contingenti, che causarono la dolorosa catastrofe, si ignora. La genesi però va ricercata in quella psicologia politica, che aveva consentito il risorgere di astiose fazioni e il rincrudimento di antichi odi famigliari, messi a nuovo e trasfigurati, e sempre attivi. Tra nomi nuovi dei Centranico e dei Flabianico, ricomparivano quelli vecchi dei Coloprino e dei Menio. La savia politica paterna aveva temperato le passioni, così da farne quasi disperdere la memoria ; aveva riconciliato fra loro uomini di parte avversa, Coloprini e Morosini (4) ; aveva disarmato possibili oppositori con l’intreccio di legami di parentela e con lo (1) Così si ricava dagli atti delle sinodi del 1024 e del 1027 (Mansi, Sacro-sancta concilia cit., XIX, 491 sgg., 497 sgg. Cfr. Kehb, Italia pontificia, VII, 2, p. 52 sgg. ; Rom und. Venedig., cit., p. 90. (2) Kehb, Italia pontificia, VII, 2, p. 51, n. 72, 73, 74. (3) Cfr. gli atti delle citate sinodi, in Mansi, Sacr. conc. XIX, 491 sg., 497 sgg. (4) Cosi Morosini e Coloprini sono associati nella difesa contro le usurpazioni del vescovo di Belluno (Kolschtjtteb, Venedig cit., p. 84 sg.). Cfr. il patto di Chioggia, in Bellemo, Il territorio cit., p. 287 sgg. ; Gloria, Cod. dipi, pad., I, 41, 50, n. 28, 32.