468 Storia generale. pagna contro il Turco senz’ avere le spalle guardate. Le spalle erano la costa di Barberia (dove ogni porto era do-ventato nido dei luogotenenti di Barbarossa) e Tunisi in ispecial modo : un principe musulmano amico alla Spagna e minacciato dalle mire ambiziose dei corsari suoi correligionari vi dominava, Barbarossa inspirò a Solimano il pensiero di ridurre Tunisi vedetta navale dell’ Impero. Con Tunisi saldamente tenuta da un’armata turca, Malta perdeva gran parte del suo valore strategico. Solimano consenti e diede a Barbarossa licenza di porre le mani su Tunisi. Non era uomo di scrupoli l’amiraglio, vi approdò come amico con un centinaio di galere e 8000 gianizzeri di sopraccarico, vi. penetrò ospite ed il principe Muley Hasem andò ramingo a Carlo Y per soccorso (1534).' Questa mossa del Turco, cui tenne dietro la costituzione di Tunisi in sangiaccato direttamente dipendente dal Gran Visir, indusse Carlo Y a preparare la impresa dell’anno 1535 per il ricupero di Tunisi. Settantadue galere e 150 navi, delle quali 12 caravelle portoghesi traghettarono dall’ Italia all’Africa nel maggio del 1535, 25,000 fanti comandati dal marchese del Vasto e 700 cavalli governati dal duca d’Alba. L’armata tutta, remiera e veliera obbediva al principe Andrea D’Oria. Osservo che il comando di terra e di mare era spartito; ma l’imperatore però si riserbava la direzione suprema della campagna. Un anno di possesso acquisito colla violenza e mantenuto con efferata crudezza non era stato bastevole a Barbarossa per afforzarsi nel paese a Tunisi circostante ; perciò facile al D’Oria pigliar terra a Porto Farina, d’onde le fanterie marciarono a Tunisi, che fu presa con gran sangue d’ambo le parti. Contribuì al trionfo della lega la rivolta di 20,000 schiavi cristiani rinserrati in città. Barbaross'a e Sinan bascià suo luogotenente riuscirono a porsi in salvo ; e profittando che tutte le forze della lega erano intorno a Tunisi, compresa la guardia di Spagna, andarono a saccheggiare Minor ca, Venezia che, per via delle sue colonie di Candia e di Cipro e dell’ arcipelago ionio, era la più veramente minacciata