326 Storia generale pre per istrascico la pirateria. Già ne ho tenuto parola in vari periodi, cioè dopo la guerra del Peloponneso, dopo la Mitridatica, dopo la vittoria di Munda, dopo la caduta del-l’Impero Romano. La stessa Compagnia catalana di Ruggero di Fior e de’ suoi successori appartiene al ciclo brigantesco del mare. La guerra colla Danimarca, in cui Lubecca non si era dimostrata scrupolosa, lasciò senza lavoro molti marinari, i quali erano stati arruolati da Lubecca a guisa d’irregolari. A pace conchiusa questi uomini si costituirono in società, la intitolarono i fratelli vettova-gliatori e presero a pretesto appunto il vettovagliamento degli empori anseatici lungo la costiera di Svezia. Questi fratelli altro non erano che pirati e nel loro novero si ritrova un Moltke ed un Manteuffel. Curiosa società invero che da un lato spendeva in messe e dall’altro pelava i commercianti. Divenne così potente che la Hansa ci dovette porre rimedio. I Fratelli copiarono l’ordinamento dei Cavalieri Templari; sorpresero Wisby, la fortificarono, e l’antica piazza di commercio si mutò in nido di j>redoni. Nel 1892 il Baltico ed il Mar di Germania n’erano talmente infestati che in una circostanza bruciarono la città di Bergen e n’ ebbero prigione il vescovo. Due capi principali essi ebbero, Godeke Michelson e Stortebeker, i quali si diedero il compito di troncare le comunicazioni del Baltico coll’Inghilterra, comunicazioni lucrosissime agli Anseatici. Stortebeker era di schiatta nobile. Pare fosse amburghese. E conosciuto per il suo soprannome, poiché Stortebeker significa inghiottitor di bicchieri. Scacciato da Amburgo per cagione dei suoi debiti, si offrì a Godeke Michelson. Ambedue eran dotati d’una forza muscolare prodigiosa. Fu Godeke Michelson che lo battezzò Stortebeker. Le loro imprese corsalesche si distesero fino al Capo San Vincenzo in Ispagna dove rapirono le ossa del Santo le quali, in segno di divozione, portarono sempre sul petto. La Frisia diventò il luogo di rifugio di Stortebeker, che sposò la figliuola di Keno Ten Broke, uno fra i signori del luogo. Narrasi che i prigionieri che il pirata catturava in mare erano posti alla prova di bere d’un tratto uno dei suoi bicchieri. Chi resisteva era lasciato vivo, chi non riusciva