della Marina Militare. 259 Codesta lunga costiera e le isole obbedivano a principi di nazione provenzale, baldi, avventurosi, sagacissimi, i quali da. umile stato avevano saputo allargare il proprio primitivo dominio, soggiogando gli emiri delle Baleari e quelli del reame saraceno di Valenza. Il potere dei principi sul popolo aragonese, catalano e valenziano era lungi dall’ essere assoluto. Già altrove ho. accennato alle libertà catalane ed aragonesi contenute nei celebri fueros che il principe giurava mantenere e che i sudditi contraccambiavano con un giuramento molto condizionato di fedeltà. È là che rintraccerò la culla della marina catalana che nello scorcio del XIII secolo mi appare solida ed intraprendentissima in guerra, e che nel XIV ritroverò padrona del commercio durante il periodo della grossa guerra fra Genova e Venezia. La scorgo gloriosa di sovrani abilissimi come Jacme I, Pietro III ed i costui figli Alfonso, Jacme II e Federico, di due cronisti poeti come Eamon Muntaner e Bernardo d’Esclot e d’uno scienziato, come Ramon Lullo : i suoi porti d’armamento d’ allora ancor tuttodì sono empori commerciali, intendo Barcellona, Valenza e Messina. Ramon Muntaner, cavaliero, nacque a Peralada, assistè a trenta battaglie fra di mare e di terra e raggiunto eh’ ebbe la sessantina chiuse la sua vita di guerriero ed iniziò quella di storico. Per lui si palesano a noi non solo le imprese dei suoi conterranei, ma altresì gli ordinamenti dell’armata e dell’esercito loro. Il re don Jacme, nel 1228, conquistò Maiorca, rese a sè tributarie Minorca ed Iviija e ritornato in Catalogna domandò al suo popolo di seguirlo alla impresa di Valenza. Non fu guerra breve questa, poiché durò dieci anni; le castella del mare e quelle di dentro terra furono espugnate una ad una ed il matrimonio di Don Pedro figliuolo del re con Costanza Sveva, figliuola a Manfredi di Sicilia (1262) fornì un’ eccellente occasione, secondo il diritto pubblico del tempo, al giovane principe poiché diventò re, di contendere a Carlo d’Angiò il dominio del suocero. Carlo d’Angiò conquistate le Due Sicilie e domati i successivi moti del reame, che seguirono la riscossa di Corra-dino, soffocò nel sangue la rivolta in casa. Molti fra i par-